Busto Arsizio: truffata una donna di 60 anni
Busto Arsizio: truffata una donna di 60 anni
Il fatto di cronaca è avvenuto nella giornata di giovedì 6 luglio a Busto Arsizio.
I truffatori questa volta hanno usato una fantasia alquanto inusuale riuscendo ad usare la tecnologia per i loro fini criminali.
Ennesimo raggiro, vittima una donna di circa 60 anni, la signora ha ricevuto sul proprio smartphone un WhatsApp di questo tenore: “Ciao mamma mi si è rotto il telefono. Scrivimi il prima possibile per favore.”
Al testo era allegato un link su cui la donna non ha esitato a cliccare.
Un errore davvero madornale, da quel momento la 60enne ha avviato una conversazione su WhatsApp con quello che riteneva in buona fede essere suo figlio, ma che in realtà era uno sconosciuto e quanto più malintenzionato.
Nei suoi messaggini, il sedicenne figlio ha continuato a raccontare la frottola del telefono rotto, aggiungendo anche che aveva trovato tramite un inesistente amico “che lavora presso un’azienda di telefonia” un’occasione ghiotta per fare fronte al vecchio telefono.
“L’amico mi ha detto che c’è in offerta un telefono di ultima generazione a 970 euro, un prezzo molto più basso rispetto a quelli sul mercato”, questa la bugia raccontata dal truffatore alla malcapitata.
“Per favore vai in tabaccheria e paga col codice utente che ti invio tra poco. Puoi pagare anche in contanti, quando rientro a casa questa sera ti restituisco il denaro.”
La truffa e la corsa in tabaccheria.
La donna, purtroppo, non è stata sfiorata nemmeno dal dubbio che si trattasse di una truffa.
Per lei, l’autore dei Whatsapp ricevuti era proprio il figlio e da mamma buona e generosa in breve tempo si è recata in tabaccheria per eseguire le istruzioni dategli dal finto figlio.
Peccato che quella somma di denaro, 970 euro in contanti siano stati caricati sui codici forniti dal truffatore.
Al rientro a casa del figlio, quello vero, dopo il racconto della madre lasciamo immaginare lo shock.
Invitiamo pertanto tutte le persone che ricevono WhatsApp o altro a non aprire i link e avvisare le Forze dell’Ordine.