Un pensionato ha citato a giudizio la Germania e il ministero dell’Economia italiano responsabili perché il padre fu deportato dai nazisti.
Il padre fu deportato dai nazisti
L’uomo, il cui padre fu deportato dai nazisti nel 1943, chiede il risarcimento di tutti i danni subiti dal padre durante l’internamento.
Il padre del pensionato era stato deportato in Germania nei pressi di Magdeburgo e costretto ai lavori forzati dal 1943 al 45.
La notizia è pubblicata dal IlGazzettino.it.
E’ stato uno dei troppi casi di crimini di guerra perpetrati
dalla Germania nazista successivamente all’armistizio contro i soldati italiani considerati traditori.
Il pensionato 75enne ha avviato la causa per il risarcimento dei danni davanti al Tribunale di Roma appena prima che decorrano i termini di improcedibilità.
Di fatto lo stato tedesco nel 1960 aveva già indennizzato l’Italia per tutti quei fatti.
Pertanto il governo Draghi aveva istituito, con Decreto Legge, un apposito fondo per risarcire gli aventi diritto per conto della Germania.
Il governo aveva istituito frettolosamente il fondo in seguito ad una serie di sentenze diventate definitive che avevano portato a pignoramenti su beni dello Stato tedesco.
I pignoramenti avevano scatenato le proteste del governo tedesco che aveva già liquidato i danni rispettando gli accordi.
La vittima della deportazione è morta nel 2010 senza avere ottenuto nessun risarcimento per le sofferenze patite.
Era un militare di fanteria
L’uomo era un militare di fanteria dell’esercito italiano che, subito dopo il proclama Badoglio, i tedeschi avevano catturato e caricato con una sessantina di commilitoni su un carro bestiame.
Dopo cinque giorni di viaggio i tedeschi lo internarono in un campo di prigionia vicino a Magdeburgo.
L’uomo è rimasto rinchiuso in quel campo per quasi due anni costretto a turni lavorativi massacranti e a marce estenuanti per raggiungere il posto di lavoro.
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