Claudio Soave, INTERVISTA PER FILIPPO GUENZANI
Claudio Soave. In quale occasione hai avuto modo di conoscere Filippo Guenzani ?
Ho conosciuto Filippo al Liceo Scientifico di Gallarate, dove sono stato suo insegnante di Religione. Di lui ho sempre apprezzato la serietà e la profondità di riflessione, unite ad una ironia intelligente che aiutava a ben collocare le riflessioni in un contesto di giovanile condivisione.
Poi ci siamo persi di vista per un po’ di anni e successivamente, grazie ai social, ci siamo “ritrovati” ed è stato subito feeling, grazie alla sua disponibilità all’incontro ed anche alla sua curiosità, nel senso che Filippo amava confrontarsi, conoscere le esperienze altrui, entrare nell’intimità di sensazioni e sentimenti.
Le nostre, di per sé, sembravano vie lontane, per lo meno diverse. In realtà, abbiamo scoperto di avere molto in comune, sensibilità che ci avvicinano, valori che abbiamo condiviso.
Proprio per questo lo avevo invitato ad essere uno dei presentatori del mio primo libro “Con gioia verso il Signore della vita” e lui, dopo qualche incertezza iniziale, ha accettato con gioia ed entusiasmo.
Da allora ci siamo tenuti in contatto.
Che tipo di ragazzo era ?
Filippo era un ragazzo sempre sorridente, attento agli altri, profondo ed allo stesso tempo capace di sdrammatizzare le situazioni. Un giovane uomo attento all’incontro, al confronto e al dialogo sempre rispettoso e mai banale.
Mi ha colpito, la prima volta che ci siamo rincontrati la sua semplicità, che si esprimeva nel camminare senza le scarpe, per stare a diretto contatto con la madre – terra. Era un profondo, autentico e non ideologico amante della natura; i suoi voli erano il segno di questo suo desiderio di fondersi in essa, di sentirsi parte di questo universo maestoso ed allo stesso tempo “fratello” della nostra umanità. Quando gli esprimevo le mie perplessità e le raccomandazioni mi rispondeva sempre con quel suo sorriso disarmante e rassicurante al contempo, che esprimeva la sua certezza …
Quali passioni aveva Filippo Guenzani ?
Filippo era un jumper e, come già detto, aveva una passione per il volo con le tute alate; amava le scalate ma anche le immersioni. Un grande atleta, ma anche un vero ascoltatore, una persona attenta all’altro, con cui desiderava condividere esperienze, sensazioni, emozioni.
Aveva anche una passione per il lavoro, per la sua professione, desideroso di cercare, di approfondire, di migliorare … anche se giustamente non ha mai dato assoluto valore al lavoro, conscio che questo è un momento – importante – della propria vita e della propria realizzazione, ma non è tutto.
Che ricordi lascia Filippo nel tuo cuore ?
Un po’ li ho già espressi. Sono ricordi belli, di una bella persona, solare, gioiosa della vita, entusiasta di quello che faceva, sempre desideroso di dare senso a quello che lo occupava; un vero amico; un uomo attento all’altro, pronto a condividere.
Cosa chiedi a chi ha conosciuto Filippo ?
Chiedo semplicemente di fare tesoro di quanto certamente Filippo ha lasciato nel cuore di ciascuno, perché senza dubbio Filippo ha lasciato ad ogni persona che ha conosciuto qualcosa di buono e di bello; in particolare suggerisco di fare nostra la sua semplicità, la sua gioia di vivere, la sua capacità di entrare in relazione e in sintonia.