Varese: Allarme Negozi Chiusi in Centro, Clerici Attacca
Varese sempre più in difficoltà per la chiusura di attività commerciali nel cuore della città. Stefano Clerici, segretario cittadino di Lombardia Ideale, lancia un duro attacco all’amministrazione Galimberti. Altre due importanti saracinesche si sono abbassate: “Idea Bellezza – Carpisa” in via Veneto e il negozio “Swatch” in corso Matteotti.
Clerici usa un’amara ironia per commentare la situazione. “Per la giunta Galimberti se i varesini sono preoccupati dalla crescente insicurezza in città si tratta di ‘percezione’. Bene, con lo stesso metro, dopo la chiusura di altri due importanti negozi in centro, possiamo parlare di ‘desertificazione percepita‘?”
L’esponente di Lombardia Ideale sottolinea la gravità della situazione per il centro di Varese. “Siamo di fronte a un continuo abbandono di attività nel cuore di Varese: diverse insegne storiche e, come negli ultimi casi, marchi prestigiosi che non ritengono né utile né interessante tenere aperte le proprie vetrine in una città che si sta via via spegnendo.”
Clerici non risparmia critiche all’amministrazione comunale. “Evidentemente questa agonia non scalfisce l’amministrazione di sinistra, sempre indifferente alla qualità della vita sociale dei cittadini e all’attrattività di quello che un tempo era considerato un modello.”
Il segretario cittadino di Lombardia Ideale punta il dito contro il vice sindaco Ivana Perusin e l’assessore Catalano. “Il vice sindaco e assessore alle Attività produttive, Ivana Perusin, al pari del collega Catalano, con speciale delega alla ‘sicurezza raccontata’, vive in un mondo parallelo: loro dormono, sognano, mentre i varesini restano prigionieri di un incubo.”
Clerici descrive una città in declino. “Degrado, insicurezza, declino socio-economico: altro che percezione, questa è la triste realtà di una Varese distrutta da anni di mala gestione cattocomunista.”
La chiusura di “Idea Bellezza – Carpisa” e di “Swatch” rappresenta un ulteriore colpo per il commercio del centro di Varese. Questi negozi, pur appartenendo a catene, contribuivano a vivacizzare le vie dello shopping e attiravano clienti. La loro scomparsa lascia un vuoto che si aggiunge a quello di altre attività che hanno cessato la loro attività negli ultimi tempi.
La preoccupazione di Stefano Clerici è condivisa da molti cittadini e commercianti di Varese. La sensazione è che il cuore pulsante della città stia perdendo progressivamente la sua vitalità. Le serrande abbassate dei negozi sono un segnale tangibile di una crisi che non può essere ignorata o minimizzata con la definizione di “percezione”.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Galimberti è da tempo sotto accusa per la gestione del commercio e della sicurezza in città. Le critiche si concentrano sulla mancanza di politiche efficaci per sostenere le attività esistenti e per attrarre nuovi investimenti. La chiusura di negozi importanti come “Idea Bellezza – Carpisa” e “Swatch” non fa altro che alimentare queste preoccupazioni.
Il paragone con la “desertificazione” utilizzato da Clerici è forte ma rende bene l’idea di un centro di Varese che rischia di svuotarsi delle sue attività commerciali, perdendo attrattività sia per i residenti che per i visitatori. Questa situazione ha inevitabili ripercussioni sull’economia locale e sul tessuto sociale della città.
L’ex assessore comunale sottolinea come anche marchi prestigiosi non ritengano più conveniente investire e mantenere aperte le loro vetrine a Varese. Questo è un segnale allarmante che dovrebbe spingere l’amministrazione a una seria riflessione sulle cause di questo declino e sulle possibili soluzioni da adottare.
La contrapposizione tra la “percezione” di insicurezza denunciata dai cittadini e la realtà dei negozi che chiudono è un elemento centrale della critica di Clerici. Se da un lato l’amministrazione minimizza i timori dei varesini, dall’altro i fatti concreti, come le chiusure delle attività commerciali, testimoniano un disagio reale e crescente.
La definizione di “agonia sociale” utilizzata da Clerici per descrivere la situazione di Varese è particolarmente dura. Essa evidenzia come il declino economico e commerciale si intrecci con un malessere sociale diffuso, legato anche alla percezione di insicurezza e alla mancanza di prospettive per il futuro della città.
L’accusa di “mala gestione cattocomunista” rivolta all’amministrazione Galimberti è un affondo politico che mira a screditare l’operato della giunta e a individuare responsabilità precise nel declino della città. Questo tipo di critica è tipico del dibattito politico locale e riflette una profonda divisione sulle strategie da adottare per il rilancio di Varese.
La richiesta di un cambio di rotta nell’amministrazione comunale si fa sempre più pressante da parte delle forze di opposizione e di una parte della cittadinanza. La chiusura di negozi importanti come “Idea Bellezza – Carpisa” e “Swatch” potrebbe rappresentare un punto di non ritorno se non verranno adottate misure urgenti e concrete per invertire la tendenza.
Il futuro del centro di Varese appare sempre più incerto. La perdita di attività commerciali non solo impoverisce l’offerta per i cittadini ma rende anche meno attrattiva la città per i visitatori e per potenziali nuovi investitori. È necessario un piano di rilancio ambizioso e condiviso per restituire vitalità al cuore di Varese.
Le parole di Stefano Clerici sono un grido d’allarme sulla situazione del commercio a Varese. La chiusura di altri due negozi importanti nel centro città è un segnale preoccupante che non può essere ignorato. L’ex assessore comunale critica duramente l’amministrazione Galimberti, accusandola di indifferenza e di vivere in una “realtà parallela”.
La metafora della “desertificazione percepita” utilizzata da Clerici è efficace nel descrivere la sensazione di svuotamento che molti varesini provano di fronte alla chiusura delle attività commerciali. Se l’insicurezza è considerata una mera “percezione” dall’amministrazione, allora anche la chiusura dei negozi dovrebbe essere vista allo stesso modo? Questa è la provocazione lanciata dall’esponente di Lombardia Ideale.
La chiusura di “Idea Bellezza – Carpisa” e di “Swatch” non sono episodi isolati. Essi si inseriscono in un contesto di progressivo abbandono di attività commerciali nel centro di Varese. Negozi storici e marchi prestigiosi scelgono di chiudere le loro vetrine, segno di una città che sta perdendo la sua attrattività commerciale.
Clerici parla di una vera e propria “agonia” del tessuto sociale ed economico di Varese. Questa situazione, a suo dire, non sembra preoccupare l’amministrazione di sinistra, che continua a mostrarsi indifferente alle difficoltà dei cittadini e al declino di quella che un tempo era considerata una città modello.
Il vice sindaco Ivana Perusin e l’assessore Catalano vengono descritti da Clerici come figure distanti dalla realtà vissuta dai varesini. Secondo l’ex assessore, essi vivono in un “mondo parallelo”, sognando mentre la città sprofonda in un “incubo” fatto di degrado, insicurezza e declino socio-economico.
La conclusione di Clerici è un duro atto d’accusa contro anni di “mala gestione cattocomunista” che avrebbero portato alla “distruzione” di Varese. Parole forti che riflettono un clima politico teso e una profonda insoddisfazione per la situazione attuale della città.
La questione del commercio nel centro di Varese è un tema centrale del dibattito politico locale. La chiusura di negozi come “Idea Bellezza – Carpisa” e “Swatch” riapre la discussione sulle politiche economiche e di attrattività messe in atto dall’amministrazione comunale. Le forze di opposizione chiedono un cambio di rotta e misure concrete per sostenere le attività esistenti e incentivare l’apertura di nuove.
La perdita di negozi nel centro città ha diverse conseguenze negative. Oltre alla riduzione dell’offerta commerciale per i cittadini, si assiste a un impoverimento del tessuto urbano, con vie meno vivaci e attritattività
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