Spaccio nei boschi a Brebbia, i Carabinieri fanno di tutto di più, ma obiettivamente non è semplice il loro ruolo e attività
Le operazioni dei Carabinieri per la repressione della droga sono innumerevoli, e non sempre i cittadini “cliccano” sugli articoli per sapere cosa sta succedendo.
Ne citiamo solo alcune:
https://varesepress.info/tag/droga/
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L’elenco delle operazioni è lungo, ma sorvegliare tutti i boschi del Varesotto non è semplice:
ci vorrebbero migliaia di persone che girano nei boschi a piedi, fotograno, filmano e arrestano.
Il che non vuol dire che si debba lasciarli fare, occorre cosa?
Le segnalazioni dei cittadini sono molto importanti, ed è positivo che anche su Facebook ci siano certe prese di posizione.
Ci riferiamo a chi denuncia e si scandalizza, visto che in tanti gruppi si appoggia in maniera talvolta neanche debole, verso i portatori di morte.
Si possono e viene fatto, controllare le principali vie d’accesso ai boschi, ma se si entra da viuzze capite bene che non è semplicissimo.
Si possono posizionare le fototrappole
Controlli dall’alto, un’altra strada che però funziona fino a un certo punto visto che gli spacciatori si muovono nella vegetazione fitta.
E quando arrivano i Carabinieri, loro li vedono e si spostano da un bosco all’altro.
Situazioni e condizioni speciali richiederebbero controlli mirati e speciali, ma poi ci sarebbe chi si altera per l’utilizzo esagerato delle misure, la privacy, ecc.
Spacciatori denunciati? Bene e anche in questo caso, per la “modica quantità, l’uso personale finisce tutto.
In effetti c’è stata pure una proposta di legge ad hoc dell’On. Pellicini.
La difficoltà nella difficoltà…
La strada più importante è l’analisi economica dei soggetti e l’investimento dei loro soldi, la vera chiave.
La droga rende tantissimo e interi stati fanno poco per distruggerla, tanto che l’economia malata sta condizionando quella sana, leggere e ascoltare l’intervista:
Droga dalla Colombia, Simone Ferrari intervistato da Giuseppe Criseo