Il Parlamento si appresta a varare la “Legge Dentix” che porterà alla chiusura di tutte le cliniche dentali.
Oggi 1 italiano su 4 rinuncia a curarsi i denti non potendo affrontare i costi dei dentisti tradizionali.
Lo scandalo Dentix, il noto franchising di cliniche odontoiatriche con 57 sedi in tutta Italia fallito trascinando con se migliaia di italiani che hanno pagato senza ricevere le cure promesse, rischia di portare alla chiusura di tutte le cliniche “di strada” presenti in Italia e di determinare una crescita dei costi per le cure mediche in capo ai cittadini.
Lo denuncia oggi Consumerismo No profit, che lancia l’allarme sull’emendamento alla Legge Europea presentato dal M5S che permetterebbe l’esercizio dell’attività odontoiatrica soltanto alle Società tra professionisti, annullando quanto disposto dalla Legge per la Concorrenza approvata nel 2017.
“In Italia il 23% dei cittadini rinuncia del tutto a farsi curare i denti non potendo far fronte alle spese odontoiatriche – spiega il presidente Luigi Gabriele – Con la pandemia un terzo degli italiani che aveva problemi dentali ha ridotto cure ed interventi, a causa della perdita di reddito registrata durante l’emergenza.
La proposta di legge del M5S contestata
Numeri che rischiano di aggravarsi se dovesse diventare legge la proposta avanzata dai parlamentari del M5S (Lorefice, Castelleone, Pirro, Licheri, Ricciardi, Corbetta, Trentacoste, Endrizzi, Giannuzzi e Botto) che, dopo lo scandalo Dentix, mira a vietare in Italia qualsiasi attività che eroghi servizi di cure odontoiatriche al di fuori del dentista tradizionale”.
“Una “legge Dentix” per colmare le lacune e le omissioni di chi non ha saputo fino ad oggi vigilare sul settore e che, se approvata, lascerà scoperti 250mila cittadini che oggi ricevono le cure presso cliniche odontoiatriche in franchising o “di strada”, potendo contare su tariffe più convenienti rispetto lo studio dentistico tradizionale” – aggiunge Gabriele.
Consumerismo No profit chiede dunque al Governo di rivedere con urgenza la legge totalmente sbagliata proposta dal M5S e di giungere ad una norma più coerente alle esigenze dei cittadini, viste le mancanze del servizio sanitario nazionale, anche in previsione della futura legge sulla concorrenza.