Milano, Operazione “Black Steel’’, 18 misure cautelari, denaro sporco ripulito all’estero
Milano 15 Febbraio 2023, diversi provvedimenti cautelari personali e reali, adottati all’esito di complesse e articolate indagini, anche di carattere internazionale, le quali hanno consentito di far luce su un vorticoso giro di denaro (quasi €. 100.000.000), legato a imponenti traffici illeciti di rifiuti, e transitato sui conti di società italiane ed estere (tedesche e ungheresi) per essere “ripulito” e reinvestito in ulteriori attività, prevalentemente illecite.
Coinvolta la società tedesca TM Commodities Gmbh
Di questo denaro, oltre €. 65.000.000, dopo essere stati bonificati sui conti della
società tedesca TM COMMODITIES GMBH, riconducibile a RULLO Maurizio, sono
stati, la gran parte nell’arco di soli due anni, prelevati in contanti dai conti stessi con
una pluralità di operazioni, alcune anche per importi pari a quasi €. 1.000.000, e
reimmessi in circuiti economici perlopiù illegali.
DDA, Carabinieri ed Europol
Più nel dettaglio, i carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Transizione
Ecologica di Milano, con il supporto di militari dei Comandi Provinciali Carabinieri
competenti per territorio, di personale EUROPOL e della polizia tedesca (BKA),
nell’ambito di un “Action Day” concordato tramite canali di cooperazione
internazionale (EUROJUST), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione
di misura cautelare emessa dal G.I.P. di Milano nei confronti di 18 persone (6 ordini
di custodia cautelare in carcere, 8 arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di
dimora presso il comune di residenza), ritenute responsabili di un’associazione per
delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di attività organizzate per il
traffico illecito di rifiuti (rifiuti speciali costituiti da rottami ferrosi ed altri rifiuti
speciali anche pericolosi (artt. 416 – 452 quaterdecies c.p.)), auto-riciclaggio (art. 648
ter c.p.), riciclaggio (art. 648 bis c.p.), dichiarazione fraudolenta mediante uso di
fatture false (art. 2 d.lgs. 74/2000) ed emissione di fatture per operazioni inesistenti
(art. 8 d.lgs74/2000).
Indagini coordinate dalla DDA di Milano
Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata attività investigativa,
convenzionalmente denominata “Black Steel”, condotta dal Nucleo Operativo
Ecologico Carabinieri di Milano e coordinata dalla D.D.A. di Milano, supportata da
attività tecnica (intercettazioni telefoniche e ambientali), nonché da servizi di
osservazione, controllo e pedinamento, che ha consentito di raccogliere gravi indizi
relativi all’esistenza di un’associazione per delinquere il cui promotore, un 56enne
originario di Locri (RC) titolare di imprese operanti in Italia e all’estero attraverso
un’azienda di recupero, trattamento e commercio di metalli ferrosi con sede legale in
Milano e sedi operative in Cressa (NO), Paderno Dugnano (MI) e Dairago (MI), ed
una società con sede legale a Torino.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori :
- avrebbe ripetutamente approvvigionato ingenti quantitativi di rifiuti ferrosi “in nero”, per un ammontare di 165.000 mila tonnellate circa, da altre società operanti nel campo del recupero di rottami) o direttamente dal mercato clandestino (da soggetti non autorizzati o di provenienza furtiva), sul territorio nazionale;
- al fine di poter reimmettere tali rifiuti sul mercato legale e rivenderli alle acciaierie, avrebbe fatto risultare (falsamente) di averli importati dalla Germania, acquistandoli da una società tedesca sempre a lui riconducibile, ma che in realtà sarebbe stata del tutto inoperativa e appositamente costituita (società cartiera);
- a fronte di (false) fatture emesse dalla società tedesca, avrebbe eseguito (mediante bonifici bancari) versamenti di consistenti somme di denaro (circa 90 milioni di euro), apparentemente a titolo di corrispettivo per gli acquisti (che si ritiene in realtà non siano mai avvenuti) dei rifiuti ferrosi;
- unitamente ad altri affiliati avrebbe poi fatto rientrare in Italia le somme versate, dopo aver effettuato prelievi in contanti (anche fino a 900mila euro al giorno) presso i conti correnti in Germania o dopo averle “girate” su altri conti correnti riconducibili ad altre società di logistica ritenute fittizie, anche in altri Paesi, riconducibili sempre all’organizzazione;
- riottenuta la disponibilità di quanto bonificato, le somme venivano reimpiegate nel traffico illecito di rifiuti o, una volta “ripulite”, reinvestite in altre attività (tra le quali l’acquisto di una squadra di calcio piemontese militante in serie C, il Novara Calcio spa, poi rivenduta prima di essere sottoposta a fallimento).
I rifiuti approvvigionati illegalmente rimessi sul mercato
I rifiuti, sia che fossero stati regolarmente acquistati o che fossero stati approvvigionati illegalmente e rimessi sul mercato legale tramite il modus operandi sopra descritto, venivano rivenduti direttamente alle acciaierie/fonderie (o a commercianti di rottami ferrosi) facendo risultare che fossero stati sottoposti a operazioni di recupero presso impianti dell’organizzazione che gli avessero fatto perdere la qualifica di rifiuti.
Traffico illecito con i rifiuti
In realtà, secondo quanto emerge dalle indagini, per ridurre ancora notevolmente i costi e massimizzare i profitti illeciti, tali operazioni non sarebbero mai avvenute e i rifiuti sarebbero stati trasformati solo fittiziamente in “non rifiuti” (end of waste) attraverso la compilazione fraudolenta di fittizie dichiarazioni di conformità e di documenti di trasporto (DDT) ideologicamente falsi, emessi da società le quali sugli stessi non avrebbero eseguito alcun trattamento, ma si sarebbero limitate a simularlo.
Rifiuti speciali e pericolosi
Allo stesso modo il sodalizio avrebbe gestito illecitamente considerevoli volumi di rifiuti speciali anche pericolosi, classificandoli fittiziamente al fine di mascherarne la reale natura e, omettendo l’esecuzione delle necessarie operazioni di recupero, li avrebbe avviati illecitamente presso discariche o impianti non autorizzati all’estero.
Le indagini
Nel dettaglio, tra gennaio 2020 e marzo 2021, circa 6.500 tonnellate di rifiuti provenienti dal trattamento e recupero di cavi impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose sarebbero stati ritirati da un impianto di trattamento rifiuti situato nel comune di Arcisate (VA) e classificati fraudolentemente come “non pericolosi” (plastica e gomma), senza aver eseguito le prescritte analisi ovvero utilizzando certificati d’analisi falsi, al fine di farli rientrare nella c.d. “LISTA VERDE”, allo scopo di aggirare la procedura (più onerosa dal punto di vista documentale ed economico) di notifica ed autorizzazione preventive scritte prevista dall’art. 4 e segg. del Regolamento (CE) 1013/06.
Implicata anche una società della Repubblica Ceca
Tali operazioni venivano poste in essere mediante l’intermediazione di una società gestita dallo stesso titolare della citata azienda di trattamento e commercio rifiuti ferrosi e non ferrosi e smaltiti illegalmente presso un impianto di un’altra società della Repubblica Ceca non autorizzata a ricevere e/o trattare rifiuti pericolosi.
Investigazioni svolte anche unitamente alla polizia federale tedesca
Al fine di acquisire le necessarie informazioni sulle società di diritto estero e sulle relative movimentazioni bancarie, sotto il coordinamento di Eurojust è stata costituita una squadra investigativa comune (SIC) con la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la Procura della Repubblica di Monaco.
Le attività investigative sono state svolte anche unitamente alla polizia federale tedesca del Bundeskriminalamt (BKA), che ha fornito un determinante contributo alle indagini, oltre che all’esecuzione delle misure cautelari.
Inoltre è stato attivato un canale di cooperazione internazionale di polizia tramite Europol, la quale ha facilitato lo scambio di informazioni tra le forze di polizia coinvolte e ha preso parte fattivamente all’esecuzione dell’Action Day.
I Carabinieri del Reparto Speciale NOE
I militari del NOE, l’Unità Speciale dell’Arma istituita nel 1986 “per la vigilanza, la prevenzione e la repressione delle violazioni compiute in danno dell’ambiente”, come disposto dal Tribunale di Milano – ufficio per le indagini preliminari (G.I.P.) su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Milano, che ha concordato con il quadro gravemente indiziario ricostruito dai carabinieri del N.O.E., hanno sottoposto a sequestro preventivo :
- le quote aziendali;
- 2 compendi aziendali;
- materiale informatico : computer, memorie di massa;
- telefoni cellulari in uso agli indagati;
- conti correnti;
- beni di proprietà degli indagati.
Sequestro per un equivalente della somma ritenuta profitto del reato (pari a circa 90 milioni di euro), sia in Italia sia in Germania.
E’ da evidenziare, a riprova della continuazione di attività illecita, che alcuni dipendenti (uno dei quali destinatario dell’obbligo di dimora) dell’azienda con sede a Milano operante nel traffico illecito di metalli ferrosi, in data 5 gennaio 2023 sono stati deferiti all’A.G. dall’Arma dei Carabinieri per furto aggravato in concorso di rifiuti metallici (parti di rotaie dismesse derivanti dai lavori di manutenzione per l’ammodernamento della rete ferroviaria di proprietà di RFI, stoccati all’interno di un’area di pertinenza di una Stazione ferroviaria in provincia di Sondrio, in attesa di essere smaltiti come rifiuto).
L’odierna operazione si inserisce nella forte e concreta risposta che l’Arma dei
Carabinieri, attraverso i numerosi reparti per la Tutela Ambientale, fornisce nel
contrasto alla criminalità organizzata ambientale e alla repressione
dei reati ambientali e del traffico di rifiuti su tutto il territorio nazionale e
comunitario.
È obbligo rilevare che gli odierni indagati e destinatari della misura restrittiva, sono,
allo stato, solamente indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà
definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo la emissione di una sentenza passata
in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.