I rondoni sono una specie a rischio per molte cause, tra cui la difficoltà a trovar luoghi adatti la nidificazione, e il progetto del FAI se ne prende cura.
I Beni del FAI offrono a questi piccoli uccelli migratori la possibilità di costruire i propri nidi in ambienti protetti e tutelati e, dunque, di tornare ogni anno ritrovando la propria “casa”.
Ogni anno, tra la primavera e l’estate, i rondoni tornano dall’Africa per nidificare in Europa, dopo aver svernato nelle regioni calde e dopo aver percorso migliaia di chilometri dalle aree a sud del Sahara, praticamente senza toccare mai suolo e dormendo in volo.
Un piccolo uccello migratore, maestro dell’aerodinamica
A questo piccolo uccello migratore, il più veloce al mondo in volo orizzontale (111,6 km/h), è dedicata una Giornata Mondiale che cade il 7 di giugno. Una ricorrenza importante per ricordarci che quella dei rondoni è una specie utile all’uomo per la grande quantità di insetti dannosi, come zanzare e tafani, di cui si ciba: circa 3.000 al giorno!
Ma non solo, il rondone è un’importante “specie ombrello”, la cui conservazione aiuta indirettamente quella di altre specie. Favorire la loro nidificazione significa favorire anche la sopravvivenza di tanti altri piccoli animali, tutelando la biodiversità dell’ecosistema.
I rondoni sono uccelli che nei secoli si sono sempre più avvicinati ai nostri spazi urbani, fino a utilizzare le cavità degli edifici per costruire i loro nidi: nei sottotetti, nelle fessure dei muri e anche nelle buche pontaie, utilizzate un tempo per i ponteggi di restauro.
Questi piccoli uccelli migratori tornano ogni anno nei luoghi conosciuti e confortevoli; occupando il loro precedente nido o, se sono giovani, per costruirne uno proprio. La vicinanza con l’uomo fornisce loro tanti ripari, ma purtroppo anche spiacevoli sorprese, come ad esempio non trovare più il vecchio nido in quanto distrutto durante la fase di ristrutturazione della facciata di un palazzo, compiuta in modo superficiale e non conservativo.
Progetto del FAI per la tutela dei rondoni
Il progetto del FAI per la tutela dei rondoni continua oggi con ancora più impegno. Sono 400 i nidi presenti nelle facciate di tre dei nostri Beni, per un totale di 14 rondonaie. Alcune di queste sono già attive e dalla fine di aprile i rondoni vanno e vengono portando cibo per la loro covata.
I rondoni nidificano nei Beni FAI
A Casa Macchi (Morazzone, Varese) i rondoni popolano già la rondonaia presente nell’edificio Rustico, appena fuori il giardino. Procedono i lavori di restauro della villa prestando particolare attenzione a non disturbare le colonie di rondoni presenti e a tutelarle.
Sempre nella provincia di Varese, a Casalzuigno, anche Villa Della Porta Bozzolo ospita una rondonaia attiva, che testimonia il suo passato agricolo. Situata sull’edicola di Apollo e Dafne, in fondo al Viale dei Tigli, la struttura è composta esternamente da 120 fori su quattro lati dell’edificio. Al cui interno corrispondono altrettanti nidi costruiti in mattoni.
Per le altre rondonaie sono invece in corso i lavori, per recuperare i nidi dopo lunghi anni di abbandono. Al Monastero di Torba è collegata alla rete elettrica in cima alla torre un piccolo amplificatore con un timer; lo scopo è di trasmettere in due cicli giornalieri la registrazione a volume naturale di un duetto tra rondoni. L’obiettivo è di avvisare della possibilità di nidificare la seconda e la terza ondata migratoria, che arrivano in Italia tra giugno e luglio. E principalmente sono composte da giovani rondoni in cerca di nido. Non è un’operazione semplice, a volte servono anni per avere una rondonaia abitata, ma se quest’anno non ci riusciremo vuol dire che riproveremo l’anno prossimo.