Varese. Villa Mylius, nuova tappa verso il restauro  

Varese. Villa Mylius, nuova tappa verso il restauro   

Villa Mylius, nuova tappa verso il restauro

 

Inviata la lettera alle società coinvolte nella seconda fase della procedura ristretta. Galimberti: «Con l’Accademia del Gusto anche Varese avrà un ruolo importante nel panorama della formazione e della cucina internazionale»

 

Sono partite questa mattina dagli uffici di Palazzo Estense le lettere indirizzate alle società coinvolte nella seconda fase della procedura ristretta per il restauro di Villa Mylius. Un intervento di riqualificazione che, come noto, permetterà la realizzazione della nuova Accademia del Gusto e della Musica. Il progetto ha un valore complessivo pari a euro 6.450.600.

 

«L’Accademia del Gusto – afferma il sindaco Davide Galimberti – sarà un’ulteriore occasione di sviluppo per tutto il nostro territorio e lo renderà ancora più attrattivo. Se le città cardini della vita di Gualtiero Marchesi sono Milano, Venezia, Trieste e Firenze, con questo progetto anche la nostra Varese si unisce all'importante cerchio, raccogliendo una grandissima eredità da parte del maestro. La sfida è saper fare tesoro dei suoi insegnamenti e trasmetterli a tante nuove generazioni; anche Varese, così, attraverso l'accademia potrà avere un ruolo importante nel panorama della formazione e della cucina internazionale».

 

«Quello di Villa Mylius – le parole dell’assessore all’Urbanistica Andrea Civati – è un progetto ambizioso, che non solo darà nuova vita a un importante patrimonio della nostra comunità, ma, al contempo, permetterà anche di portare a Varese un polo d’eccellenza per la formazione di tanti giovani. Uniremo così storia e futuro, valorizzando la nostra città e aprendola ancora di più al resto d’Italia e del mondo».

La costruzione dell'edificio risale al XVIII secolo. Nelle mappe catastali degli anni venti e trenta del Settecento la maggior parte del terreno sul quale sorge la villa apparteneva ai Padri Gesuiti di Varese, mentre il resto era ripartito fra le monache romite ambrosiane ed altri privati. Il terreno circostante, che in seguito sarebbe divenuto il parco della villa, era all'epoca una zona erbosa coltivata a vigneti e gelsi. Nel 1773 papa Clemente XIV soppresse la Compagnia di Gesù, i beni dei religiosi furono dunque espropriati e i loro terreni andarono al notabile Francesco Torelli. Nei primi anni del XIX secolo gli edifici originali furono ampliati e il piano terra trasformato in una filanda. Nel 1905 Enea Torelli vendette la proprietà all'industriale del tessile Carlo Giorgio Mylius. Fu il nuovo proprietario a rimodernare ad abbellire definitivamente l'edificio, trasformandolo in una villa di delizia. (wikipedia)