Varese: quattro arresti per matrimoni e adozioni false

A conclusione di una lunga indagine della Polizia Postale il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Milano ha emesso un ordine d’arresto per quattro persone, tre uomini e una donna, per una serie di matrimoni combinati e false adozioni di stranieri maggiorenni.

Varese: quattro arresti per matrimoni e adozioni false
Falsi matrimoni
Varese: quattro arresti per matrimoni e adozioni false

A conclusione di una lunga indagine della Polizia Postale il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Milano ha emesso un ordine d’arresto per quattro persone, tre uomini e una donna, per una serie di matrimoni combinati e false adozioni di stranieri maggiorenni.

Gli arrestati sono stati accusati di avere effettuato 16 accessi abusivi al sistema informatico transitando sul conto di uno Studio Commercialisti di Milano al quale sono stati sottratti oltre 200 mila euro poi riciclati in casinò tra Veneto e Liguria.

I reati contestati al gruppo, che aveva base a Varese e ad Abbiategrasso, sono quelli di falsi matrimoni, false adozioni di stranieri maggiorenni, accesso abusivo a sistema informatico, autoriciclaggio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso, ingresso e permanenza illegale sul territorio dello stato. 

Le indagini sono partite da un falso matrimonio sventato lo scorso ottobre in Comune a Pavia con l’arresto, prima della conclusione del rito, dei promessi sposi e dei falsi testimoni e sono proseguite con il coordinamento del pm Enrico Pavone e del Procuratore Aggiunto Eugenio Fusco della Procura di Milano. 

Indagando sulle relazioni e i contatti dei truffatori è stato accertato che l’obiettivo era sempre quello di ottenere permessi di soggiorno organizzando finti matrimoni avvalendosi dell’aiuto di italiani compiacenti disposti anche a fingere adozioni di finti ragazzini stranieri, che di fatto erano maggiorenni.

Gli arrestati si occupavano anche di truffe online nel settore degli affitti di case vacanza e soggiorni a lungo termine, incassando i relativi bonifici delle prenotazioni per poi sparire nel nulla.

La donna della banda era anche riuscita a farsi assumere come collaboratrice domestica nell’abitazione di una copia sottraendo ed incassando assegni bancari e in precedenza il gruppo si era infiltrato in una società nel settore della ristorazione sottraendo circa 230mila euro.