Varese: milioni di chili di prodotti agricoli “persi” nelle campagne assediate dal cemento

Un problema che affligge l’intera regione

Varese: milioni di chili di prodotti agricoli “persi”  nelle campagne assediate dal cemento

VARESE –  Milioni di chili di prodotti agricoli persi nelle campagne prealpine in un quinquennio. Colpa della cementificazione incessante che – come commenta la Coldiretti provinciale citando i dati Istat – provoca un insostenibile consumo di suolo sul territorio.

Un problema che affligge l’intera regione: si stima infatti che tra il 2012 e 2019 in Lombardia il consumo di suolo si sia “mangiato” 43 milioni di chili di seminativi, 20 milioni di chili di foraggere, mentre per oliveti, frutteti e vigneti si sono persi meno di un milione di chili per ognuna di queste tipologie produttive.

In particolare, il comprensorio della provincia prealpina vede circa il 20,9% del suo territorio coperto da cemento. Numeri peggiori, in regione, solo per Monza-Brianza (40,56% di suolo consumato) e Milano (31,5%).

 

A livello nazionale – spiega la Coldiretti – la perdita complessiva di produzione agricola dovuta al consumo di suolo è stimata in 3,7 milioni di quintali, per un danno economico di quasi 7 miliardi di euro in soli 7 anni, tra il 2012 e il 2019. La perdita di 250 milioni di chili di seminativi, di 71 milioni di chili di foraggere, di 26,6 milioni di chili dai frutteti è particolarmente grave in una situazione in cui il grado medio di auto approvvigionamento dei prodotti agricoli in Italia, secondo l’analisi della Coldiretti, è sceso a circa il 75% con il Paese costretto ad importare ¼ degli alimenti di cui ha bisogno in un momento di grandi tensioni nel commercio internazionale a causa dell’emergenza coronavirus.

Al danno economico si aggiunge il fatto che su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici – sottolinea Coldiretti Varese – con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.

Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono – conclude la Coldiretti provinciale – il territorio deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola.