A sostenere che “la montagna non è una Gardaland” è Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, che in sette mesi ha aiutato 651 persone.
La montagna non è Gardaland
Poiché è vero, la montagna non è una Gardaland, è una cosa molto seria ed è ovvio che gli escursionisti paghino per la loro imperizia.
Il conto da pagare per gli sprovveduti è salatissimo, le fatture per gli illesi superano i 400 mila euro. Il 44% delle 651 persone aiutate nei primi sette mesi del 2023 è costituito da semplici escursionisti. E tra questi ben 164 dovranno pagare un conto salatissimo.
I numeri
Il direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben, snocciola le cifre degli interventi di soccorso al Corriere delle Alpi. Dal Ben sostiene che i pessimi esempi arrivino anche dai sedicenti “influencer”. Nei primi sei mesi del 2023 ci sono state 37.254 chiamate di soccorso al 118 e la media annuale è di circa 73/74 mila. I soccorritori hanno effettuato 7.812 missioni e in 58 casi hanno utilizzato gli elicotteri. Poco meno della metà di quelli che chiedono aiuto sono semplici camminatori. Tra questi il 14,6% si caccia nei guai per banale incapacità, il 7,4% perché perde l’orientamento e il 2,8% perché sorpreso dal maltempo. Qualcuno arriva a chiedere soccorso semplicemente perchè è in ritardo.
I soccorsi non sanitari
Accade talvolta che i volontari del Cnsas o gli elicotteri Falco 1 e Falco intervengono per soccorrere persone che sono solamente in difficoltà. E non per portarle in ospedale, ma per accompanarle alla loro auto o in albergo.
I cambiamenti climatici
Il cambiamento del clima, con i fenomeni estremi che si porta dietro (bombe d’acqua,forti raffiche di vento,temperature in aumento) provocano sorprese nei percorsi. Anche lo zero termico che si alza di 1500 metri sopra le vette della Marmolada contribuisce moltissimo a complicare le cose. I volontari del Cai sono sempre pronti ad intervenire per rimettere in sicurezza i sentieri bloccati da alberi caduti, dai ghiaioni o dai crolli improvvisi. Ma non basta.
Le fatture
A partire dal 2020 l’Azienda sanitaria ha emesso 1.036 fatture per un importo di ben 2 milioni e 22 mila euro. Due su tre sono a carico di italiani. Solamente nel corso del 2023, nonostante i rallentamenti degli afflussi per il maltempo, le fatture emesse sono state 164 per un totale di oltre 400 milioni di euro. Ma non è facile riscuotere perché, a volte, le prestazioni di soccorso sono salatissime.
Sprovveduti senza assicurazione
Oltretutto i Rambo improvvisati che scarpinano sui sentieri di montagna, si avventurano sulle ferrate, o inforcano le loro costosissime bici non sono quasi mai assicurati. Ma quando arriva il conto delle scelte avventate la botta è pesante. Gli inglesi sono in testa alla classifica dei soccorsi, seguiti dai polacchi, ceki, americani, olandesi e francesi. Se chiedi e ottieni il soccorso solo perché ti senti stanco ti può venire a costare anche 4 mila euro.
La montagna sottovalutata
Molti affrontano la montagna anche senza preparazione e scelgono, purtroppo, itinerari impegnativi, solo perché sospinti dalla rete o dai sedicenti “influencer”. Questi discutibili personaggi, pur di aumentare i loro introiti pubblicitari, inducono dei poveracci creduloni a comportamenti avventati, costosi e pericolosi.
La difficoltà del soccorso
Determinati interventi sono così difficili da mettere a repentaglio anche la vita dei professionisti e dei volontari. Recentemente, in alcuni casi, è stato necessario uscire con i due elicotteri Falco contemporaneamente. Il Suem è attrezzato per il volo notturno. Ma per alcuni soccorsi in parete, di una difficoltà unica, il personale specializzato è in formazione, per cui ci si affida necessariamente ad altri equipaggi. comunque tra pochi mesi, i due Falco potranno intervenire in qualsiasi salvataggio. Il secondo elicottero sarà attivo dall’aeroporto di Belluno in piena stagione estiva e “probabilmente” lo sarà anche in quella invernale.