Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina sono lontane, ma non troppo
La cerimonia d’apertura si terrà il 6 febbraio 2026, però ci sono ancora molti dettagli da risolvere. Dalla logistica fino all’ospitalità, nessuna delle due città è pronta. In Lombardia, l’organizzazione si muove tra commissione antimafia, dichiarazioni pubbliche di politici locali e rompicapi finanziari.
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Tra ritardi e problemi ambientali
I rischi sono molti, dai ritardi nella costruzione fino all’impatto ambientale dell’edizione del 2026. Il primo campanello d’allarme arriva direttamente dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il CONI. Il suo Presidente, Giovanni Malagò, ha recentemente espresso preoccupazione per il “ritardo negli impianti” che dovrebbero già essere pronti per i test. Malagò ha parlato durante una conferenza stampa al termine della riunione della giunta nazionale Coni al Foro Italico.
Invece di avere impianti pronti, i lavori sono fermi. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) valuta i luoghi dove si faranno le gare e non i report. Per questo, la Lombardia è indietro. In regione, Milano non è l’unica località dove si terranno le gare nel 2026. C’è anche la Valtellina dove saranno protagonisti gli atleti di freestyle skiing, snowboard, sci alpino e sci alpinismo. A volte, la Lombardia è all’avanguardia nello sport, come dimostra il progetto “Sport si Può” per i minori con disabilità. A volte, però, la regione è passi indietro.
L’ha confermato Monica Forte all’ANSA, la presidente della commissione speciale lombarda Antimafia, “da quando ci siamo aggiudicati le Olimpiadi sono già passati un po’ di anni: come al solito, il nostro Paese, sotto il profilo delle istituzioni e della politica, arriva sempre un po’ in ritardo.”
Aggiudicate nel 2019 perchè il 92% delle strutture già esisteva, per Milano-Cortina 2026 la regione è anche in ritardo sul protocollo per arginare i tentativi di infiltrazione mafiosa nelle Olimpiadi. Mancano strumenti, modelli e metodi di controllo. Purtroppo, anche i fondi e gli investimenti non sono rosei.
Nel 2021, la Fondazione Milano Cortina 2026 ha chiuso il bilancio con una perdita di 21 milioni di euro. Secondo il CONI, la perdita era da aspettarsi ed è dovuta a una politica di contenimento dei costi. Invece, il Presidente del Veneto, Zaia, chiede nuovi fondi per non dover interrompere i lavori di costruzione e riqualifica.
Al contrario, l’impatto ambientale è ancora poco studiato, ma indubbio. L’Associazione del Touring Club Italiano (TCI) ha chiesto al Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani una Valutazione Ambientale Strategica. Nella corsa a recuperare i ritardi, l’ambiente lombardo potrebbe soffrire. Dalle istituzioni non sono arrivate risposte, con il Cingolani che ha definito la situazione “complessa.” La lotta di associazioni come il TCI, CAI e Legambiente continua.
Insieme, questi enti continuano a chiedere un Rapporto Ambientale, un’investigazione sul consumo di risorse e l’impatto degli impianti sul suolo. Se il governo locale e il Ministro risponderanno, sarà un nuovo passo verso sostenibilità e sport. Certo, le Olimpiadi del 2026 sono un’opportunità unica per tutta la Lombardia, basta considerare l’industria del turismo e dell’ospitalità. Dopo gli anni difficili della pandemia, l’edizione Milano-Cortina può essere una spinta economica non indifferente. Ma solo se tutto avviene alla luce del sole e nel rispetto di comunità locali e ambiente. Cosa succederà nei prossimi anni, è tutta una scommessa, proprio come giocare al casinò online.