Allarme del Codacons sugli autovelox e il Decreto Infrastrutture
Oggi, giovedì 14 agosto, il Codacons ha lanciato un avviso riguardante gli autovelox in Italia. L’associazione denuncia una situazione definita paradossale, frutto di ritardi, procedure complesse e burocrazia eccessiva.
Il riferimento è al Decreto Infrastrutture, nato per garantire più trasparenza nell’uso dei rilevatori automatici di velocità.
Il contenuto del decreto
Il decreto obbliga Comuni, Province e Regioni a censire e comunicare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tutti i dispositivi autovelox presenti sul proprio territorio.
Questi dati devono essere pubblicati in una sezione dedicata del portale telematico istituzionale del Ministero.
La comunicazione non riguarda solo la posizione degli apparecchi, ma anche dati tecnici, conformità, modello e omologazione.
Una condizione necessaria per l’uso
Il testo del decreto è chiaro: senza l’invio di queste informazioni, i comuni non potranno utilizzare gli autovelox.
In pratica, la mancata comunicazione rende illegittimo l’uso delle apparecchiature.
Questo punto è stato definito dal Codacons un possibile problema serio, visto che molti enti locali sono in ritardo nell’adempimento.
Il rischio per la sicurezza stradale
Se i comuni non potranno utilizzare gli autovelox, il rischio è di diminuire i controlli sulla velocità.
Questo potrebbe avere un impatto negativo sulla sicurezza stradale, aumentando incidenti e comportamenti pericolosi alla guida.
Il Codacons sottolinea che l’obiettivo della norma era migliorare trasparenza e correttezza, non ridurre la prevenzione.
La critica alla burocrazia
Secondo l’associazione, i ritardi sono causati da procedure troppo macchinose.
Gli enti locali devono reperire dati, verificarne la conformità e trasmetterli con modalità precise.
Ogni passaggio richiede tempo, personale e risorse, spesso limitate nei comuni più piccoli.
Possibili ricorsi sulle multe
Un altro aspetto rilevante riguarda le sanzioni già elevate con autovelox non comunicati.
Se un apparecchio non è stato registrato come previsto, le multe potrebbero essere impugnate e annullate.
Questo scenario apre a possibili contenziosi e a un aumento del lavoro per i giudici di pace.
L’obiettivo della trasparenza
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con questo decreto, intendeva rendere più trasparente la gestione degli autovelox.
I cittadini avrebbero potuto consultare un elenco ufficiale e aggiornato dei dispositivi presenti sul territorio.
Questo avrebbe contribuito a ridurre polemiche e sospetti di uso improprio degli strumenti.
Il problema della tempistica
Il Codacons fa notare che i tempi per completare il censimento sono stati troppo stretti rispetto alla complessità del lavoro.
Molti enti si trovano in difficoltà nel rispettare le scadenze, rischiando di perdere la possibilità di utilizzare i dispositivi.
Possibili soluzioni
L’associazione propone di semplificare le procedure e di prorogare i termini per la comunicazione.
Un’estensione dei tempi consentirebbe agli enti di trasmettere dati completi e verificati senza compromettere il servizio di controllo della velocità.
Un appello al governo
Il Codacons invita il governo e il ministero competente a intervenire subito.
L’obiettivo è evitare che, a causa di formalità burocratiche, vengano disattivati strumenti fondamentali per la sicurezza stradale.
La questione dell’omologazione
Uno dei punti più complessi riguarda l’omologazione degli autovelox.
Non tutti i dispositivi in uso hanno una documentazione aggiornata o facilmente reperibile.
La mancanza di questi dati può rallentare la comunicazione al ministero e bloccare l’uso delle apparecchiature.
Trasparenza e fiducia dei cittadini
La pubblicazione online degli autovelox è vista come un passo importante per migliorare la fiducia dei cittadini.
Sapere dove si trovano i dispositivi e con quali caratteristiche sono omologati riduce le polemiche sulle multe e rafforza la percezione di giustizia.
Il nodo dei piccoli comuni
I piccoli comuni rischiano più di altri di non rispettare l’obbligo, per mancanza di personale e risorse tecniche.
In molti casi, la gestione degli autovelox è affidata a convenzioni con altre amministrazioni o con società esterne.
Questo complica la raccolta delle informazioni e il rispetto delle procedure ministeriali.
Conseguenze economiche
La mancata possibilità di utilizzare gli autovelox potrebbe avere ripercussioni economiche per le amministrazioni locali.
Le multe rappresentano infatti una fonte di entrata, utilizzata spesso per finanziare servizi pubblici e interventi sulla viabilità.
Il precedente di altre norme
Non è la prima volta che norme nate con obiettivi di trasparenza incontrano difficoltà di applicazione.
Il Codacons ricorda che anche in passato leggi simili hanno subito proroghe per consentire un’adeguata attuazione.
Conclusioni
La denuncia del Codacons accende i riflettori su un problema che potrebbe avere conseguenze immediate sulla sicurezza e sulla gestione delle strade.
Il decreto ha finalità condivisibili, ma la sua applicazione richiede tempi e modalità più flessibili.
L’auspicio è che il governo intervenga rapidamente per evitare disservizi e garantire che la lotta all’eccesso di velocità non subisca battute d’arresto.
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