Protesta ad Adro contro la rimozione del nome di Gianfranco Miglio dalla scuola
Questa mattina si è tenuto un flashmob ad Adro per protestare contro la decisione del sindaco di cancellare il nome di Gianfranco Miglio dal Polo scolastico. Nonostante il caldo e la giornata di Ferragosto, i manifestanti hanno voluto far sentire la loro voce.
La memoria e le idee non si cancellano, vedi caso Adro
Secondo i partecipanti alla protesta, “la memoria e le idee non si cancellano con un colpo di spugna”. I manifestanti sono convinti che il nome di Miglio rimarrà nella storia, mentre il sindaco verrà dimenticato.
Un presidio per il Nord
La protesta, organizzata da “Per il Nord, noi”, vuole ribadire l’importanza della figura di Gianfranco Miglio e delle sue idee.
Condannare le idee non è certo un metodo “democratico” soprattutto da chi si erge a paladino delle libertà democratiche e d’altra parte non succede nei comuni governati dal centro-destra..
Le idee di Gianfranco Miglio: il pensiero di un giurista visionario
Gianfranco Miglio è stato uno dei pensatori politici più influenti del Novecento italiano. Giurista, professore universitario e teorico del federalismo, ha lasciato un’impronta profonda nel dibattito istituzionale e costituzionale del Paese. Le sue idee continuano a suscitare interesse, discussione e confronto.
Un giurista fuori dagli schemi
Miglio nasce nel 1918 a Como. Dopo la laurea in giurisprudenza, intraprende la carriera accademica. Diventa professore ordinario di scienza della politica all’Università Cattolica di Milano. La sua formazione è solida, ma il suo pensiero si distingue per originalità e rigore.
Non si limita a commentare le istituzioni esistenti. Le analizza, le critica e ne propone di nuove. Il suo approccio è teorico, ma sempre orientato alla concretezza.
Il federalismo come risposta alla crisi dello Stato
Il cuore del pensiero di Miglio è il federalismo. Lo considera la forma più evoluta e razionale di organizzazione dello Stato. Secondo lui, il centralismo è inefficiente, costoso e incapace di rispondere alle esigenze dei territori.
Il federalismo, al contrario, valorizza le autonomie. Permette una distribuzione più equa delle risorse. Favorisce la responsabilità politica e amministrativa. Miglio propone un modello federale ispirato agli Stati Uniti e alla Svizzera.
La critica alla Costituzione italiana
Miglio è stato un critico severo della Costituzione del 1948. La riteneva troppo compromissoria, frutto di equilibri politici e ideologici. Secondo lui, non garantiva una vera separazione dei poteri. Era troppo rigida e poco adatta a gestire le trasformazioni sociali.
Proponeva una revisione profonda. Un sistema presidenziale, con un capo dello Stato eletto direttamente. Un Parlamento più snello. Un federalismo autentico, con poteri reali alle regioni.
Il concetto di “decisionismo”
Tra le idee più controverse di Miglio c’è il “decisionismo”. Un concetto che richiama la teoria di Carl Schmitt. Miglio sostiene che in momenti di crisi lo Stato debba avere la capacità di decidere rapidamente. Anche sospendendo temporaneamente alcune garanzie.
Non si tratta di autoritarismo. Ma di una visione funzionale del potere. La legittimità deriva dalla capacità di risolvere i problemi. Il diritto non è un fine, ma uno strumento.
Il rapporto con la Lega Nord
Negli anni Novanta, Miglio entra in contatto con la Lega Nord. Vede nel movimento di Umberto Bossi un’occasione per realizzare il suo progetto federalista. Per un periodo è senatore della Repubblica, eletto nelle liste della Lega.
Il rapporto però si incrina. Miglio è un teorico, Bossi un leader politico. Le differenze emergono. Miglio lascia la Lega, ma continua a sostenere l’idea di una riforma radicale dello Stato.
Il federalismo a tre livelli
Una delle proposte più note di Miglio è il federalismo a tre livelli. Prevede:
- Le macroregioni, con poteri legislativi e fiscali
- Lo Stato centrale, con competenze limitate
- Il Senato delle Regioni, come camera di rappresentanza territoriale
Questo modello punta a superare il regionalismo frammentato. Mira a creare entità territoriali forti, capaci di gestire sanità, istruzione, trasporti e sviluppo economico.
La visione geopolitica
Miglio non si occupa solo di diritto. Ha una visione geopolitica lucida. Analizza i rapporti tra Nord e Sud, tra centro e periferia. Sostiene che l’Italia sia composta da aree con identità, bisogni e potenzialità diverse.
Il federalismo, secondo lui, è anche uno strumento per ridurre le disuguaglianze. Per valorizzare le eccellenze locali. Per rendere lo Stato più vicino ai cittadini.
Un pensiero ancora attuale
Le idee di Gianfranco Miglio non sono archiviate. Il dibattito sul federalismo è vivo. Le riforme costituzionali, le autonomie differenziate, il ruolo delle regioni sono temi centrali.
Molti studiosi riprendono le sue analisi. Alcuni le criticano, altri le rilanciano. Ma tutti riconoscono la profondità del suo pensiero. Miglio ha anticipato problemi e proposto soluzioni.
Un’eredità intellettuale importante
Miglio ha lasciato numerosi scritti. Libri, saggi, articoli. Il suo stile è rigoroso, ma accessibile. Le sue opere sono studiate in ambito accademico e politico. La sua figura è oggetto di convegni, pubblicazioni e riflessioni.
La sua eredità è quella di un pensatore libero. Capace di andare controcorrente. Di proporre visioni nuove. Di stimolare il dibattito.
Conclusione
Gianfranco Miglio è stato molto più di un giurista. È stato un innovatore, un provocatore, un costruttore di idee. Il suo pensiero sul federalismo, sulla riforma dello Stato e sulla funzione del potere resta attuale.
In un’Italia che cerca nuovi equilibri, le sue proposte meritano attenzione. Non come dogmi, ma come stimoli. Per pensare, discutere e costruire un futuro istituzionale più efficace, più giusto, più vicino ai cittadini.







