Sesto tra schiamazzi e coltelli

Sesto calende,Il fatto è che in questo momento, sul nostro territorio, è evidente una difficoltà di tutti e tre i pilastri. In particolare la nostra riflessione va a quali proposte, fuori da scuole e famiglie, il nostro territorio offre ai giovani

Sesto tra schiamazzi e coltelli

 riceviamo e pubblichiamo

SESTO TRA SCHIAMAZZI E COLTELLI? 

C’È QUALCOSA, CHE NON VA... 

In questi giorni si sono susseguite diverse notizie che riportano di episodi e provvedimenti che hanno per protagonisti giovani e giovanissimi di Sesto Calende e dintorni coinvolti in episodi più o meno gravi di disturbo della quiete fino all’uso di armi o droghe. 

Di giovani che per delle bravate anche hanno perso la vita. 

Sappiamo tutti che la gioventù è un periodo di ribellione, durante il quale la sfida alle re- gole, rappresentata dagli adulti, è “la regola”: certo poi ci sono regole e regole da viola- re, ma quello che ci preoccupa è la sensazione che troppi episodi stiano andando oltre il limite accettabile. Che si violino regole che comportano uno scarso rispetto di sé o degli altri. 

Lungi da noi proporre soluzioni semplicistiche (es. “avrebbero bisogno di qualche schiaffo in più” o “tutta colpa delle famiglie”) perché le famiglie spesso sono di fianco a noi, le ve- diamo tutti i giorni, riteniamo che invece sia utile fare qualche riflessione per trovare solu- zioni ed estenderle a tutto il contesto del fenomeno. 

I dati e i report nazionali ci restituiscono una fotografia di un’Italia a forte rischio di povertà educativa che in questi mesi di lockdown si è ulteriormente aggravata: si dice che un mi- nore è soggetto a povertà educativa quando il suo diritto ad apprendere, formarsi, svi- luppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti è privato o compromesso. 

Questo compito non spetta solo alle famiglie, come non spetta solo alla scuola (privata in questi anni anche di tante risorse economiche). È il compito anche di una comunità per- ché se viene meno un elemento, gli altri possano sostenerlo, garantendo ai giovani e ai nostri figli la realizzazione del proprio diritto a crescere in maniera completa. 

Il fatto è che in questo momento, sul nostro territorio, è evidente una difficoltà di tutti e tre i pilastri. In particolare la nostra riflessione va a quali proposte, fuori da scuole e famiglie, il nostro territorio offre ai giovani: di fatto quasi nessuna. A parte l’oratorio e lo sport, non ci sono spazi per il ritrovo dei ragazzi che quindi si trovano nelle strade o nelle piazze per bere alcolici, ascoltare musica ad alto volume, consumare droghe o inventarsi qualche bravata. 

Non ci sono proposte di valore sulle quali riversare le loro (tante) energie: spazi dove suo- nare o dove creare un giornalino, dove impegnarsi socialmente o dove semplicemente giocare o studiare. Sono pochissimi i servizi e le associazioni che sono messe nella condi- zione di offrire servizi per i giovani. Proprio per questo, al prossimo consiglio comunale, pre- senteremo un’interpellanza per chiedere all’Amministrazione se ha intenzione di costruire progetti legati alle politiche giovanili. 

Non ci si può aspettare che i ragazzi lo facciano da soli: devono essere indirizzati e orga- nizzati, oltre che “supervisionati”. Sono le istituzioni, e quindi l’Amministrazione, che devono lavorare per creare le condizioni migliori per incanalare queste necessità. Che i giovani non siano una priorità per questa Amministrazione è evidente da queste lacune, ma an- che riguardando il documento di programma emerge che non ci sia alcuna volontà a fare qualcosa di più: le uniche attività previste sono i servizi scolastici e la “differenziazione delle offerte per il periodo estivo”. Il minimo sindacale. 

Tutta la difficoltà di gestire questa situazione di disagio emerge nei provvedimenti presi che sono l’imposizione di ulteriori divieti, come le recenti ordinanze sulle chiusure notturne, e la negazione di spazi di aggregazione senza mettere in atto azioni che abbiano valore di prevenzione ed educazione. Ma questo non è un problema loro, pur essendo un problema di tutti. 

Sesto 2030