“Lo stress che subisce l’animale, specie in un allevamento intensivo, produce un abbassamento delle difese immunitarie, di conseguenza è più soggetto a virus. Ed ecco che di volta in volta assistiamo all’esplodere di epidemie di influenza aviaria. Servono più controlli da parte delle Asl veterinarie sugli allevamenti”.
Così Rita Corboli, delegata dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Roma, commenta all’Adnkronos il caso di influenza aviaria in un allevamento di volatili a Ostia, che va ad aggiungersi ad una lunga serie in Italia.
“Il nostro Pianeta, con queste epidemie, ci sta dando dei forti segnali. Fa sempre effetto in questi casi sapere che vengono uccisi animali, anche quelli sani, per responsabilità dell’uomo, chiamato – ormai è tempo – a fare scelte più etiche passando per esempio ad una alimentazione vegetariana o vegana”, sottolinea Corboli.
“L’Oipa lo dice da sempre: stop agli allevamenti intensivi, stop al consumo della carne (anche le uova sono coinvolte). La strada, comunque, sappiamo essere lunga, quindi in presenza dei tanti allevamenti, che certo non spariranno dall’oggi al domani, debbono scattare maggiori e severi controlli da parte delle Asl veterinarie a verifica del benessere e del numero eccessivo degli animali. Controlli anche sugli allevamenti domestici. Ripeto, se l’animale sta male, la malattia arriva”, conclude.