Erano più di duemila davanti all’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate per partecipare alla manifestazione Riaccendiamo il nostro ospedale
Riaccendiamo il nostro ospedale a Gallarate
Ieri sera a Gallarate, alla manifestazione serale riaccendiamo il nostro ospedale, davanti al nosocomio c’era quasi tutta la politica cittadina.
Il mio antico nemico del cuore, l’immarcescibile marxista leninista Osvaldo, mi ha detto che era dalla nostra adolescenza che non vedeva così tanta gente in strada a Gallarate.
Ha ragione! Il problema dell’ospedale cittadino, che sta cadendo in rovina, ha il potere di portare in strada così tanta gente e così tanto eterogenea.
Davanti al Sant’Antonio c’erano cittadini, associazioni ed esponenti politici di tutte le estrazioni, c’erano gallaratesi ma anche abitanti dei paesi limitrofi (Cardano al Campo, Cassano Magnago e Samarate).
La politica in strada
Mischiati tra la folla c’erano anche Luca Ferrazzi, consigliere regionale della lista Moratti, e Samuele Astuti, consigliere regionale del PD.
C’è l’opposizione, ma anche un pezzetto di maggioranza con Centro popolare e Forza Italia .
Davanti al nosocomio, mischiati tra i manifestanti, c’erano anche alcuni dei “nuotatori contro corrente” che passano le notti dormendo nei sotterranei dell’ospedale.
Nel parcheggio c’erano dipendenti dell’ospedale, mentre davanti all’entrata c’erano malati e associazioni con cartelli appesi al collo.
Dal declino al precipizio
L’ospedale di Gallarate come anche la sanità Lombarda stanno precipitosamente percorrendo la strada che dal declino porta al precipizio.
Da due anni a questa parte reparti e servizi del San’Antonio chiudono e il personale operativo è sempre meno causando gravi disagi agli utenti.
Quando è scesa l’oscurità i manifestanti hanno acceso la luce dei telefonini per lanciare con più forza il messaggio della manifestazione: “riaccendiamo il nostro ospedale”.