Referendum sull’eutanasia, per la Corte Costituzionale il quesito è inammissibile perché non sarebbe preservata la vita umana.
Referendum sull’eutanasia: la corte dice no
Il quesito chiedeva di depenalizzare l’omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale con la reclusione da 6 a 15 anni.
Con alcune eccezioni: restava un reato se si tratta di un minore e in questo caso si applicano le pene previste per l’omicidio.
In mattinata la corte ha trattato anche quelli sulla cannabis e sulla legge Severino.
Ma ovviamente per i membri della Corte il quesito sull’eutanasia sembra essere d’importanza primaria.
I 15 giudici della Corte costituzionale riuniti in camera di consiglio, hanno discusso solo dell’ammissibilità del quesito sull’eutanasia, e non anche degli altri referendum.
Ovviamente bisognerà attendere le motivazioni addotte dai 15 giudici, perché per ora dobbiamo accontentarci di una semplice comunicazione.
Probabilmente i supremi giudici non vedevano l’ora di comunicarci che: “A seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
Il diritto negato ad una morte dignitosa
A CUI IN PRATICA NEGANO PERÒ IL DIRITTO AD UNA MORTE DIGNITOSA.
Per Marco Cappato, e non solo, anche perché non ammettendo il Referendum non è possibile conoscere il pensiero dei cittadini, è una brutta notizia.
“È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia – ha detto Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni -“Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina”.
“Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate.- ha dichiarato all’ANSA Mina Welby – Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l’ultima ‘speranza’ del Parlamento…Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa”.
Anche il leader leghista Matteo Salvini ha dichiarato: “Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”.
Mentre letta sostiene che “La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’ eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”.