Falsi invalidi a Varese, la Guardia di Finanza ha notificato la conclusione delle indagini a 39 persone coinvolte nel riconoscimento di 32 false invalidità.
Falsi invalidi a Varese
Le indagini sui Falsi invalidi a Varese erano iniziate nel 2019 sotto la direzione della Procura presso il Tribunale di Varese.
I finanzieri di Varese hanno notificato l’avviso di conclusione indagini emanato dalla Procura di Varese nei confronti di sette persone.
I militari le hanno indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e truffa ai danni dello Stato.
La truffa era finalizzata a consentire la fruizione a 32 soggetti dei benefici economici, fiscali e previdenziali derivanti dal falso riconoscimento di una invalidità civile e/o di un handicap.
L’indagine ha quindi coinvolto 39 le persone, a vario titolo, nei reati in danno di Istituti previdenziali.
Le indagini hanno messo in evidenza un’associazione dedita a un collaudato sistema corruttivo nel quale ciascun componente forniva il proprio contributo per il riconoscimento dell’invalidità.
I militari hanno accertato che, con un pagamento variabile tra 5 e 8 mila euro per paziente l’organizzazione era in grado di fornire un servizio all inclusive.
Nel gruppetto c’era chi assisteva nella presentazione della domanda, chi forniva il contatto con gli specialisti compiacenti e chi accompagnava il cliente di fronte alle Commissioni valutatrici.
Falsi certificati medici
I furfanti consegnavano certificati medici con diagnosi ed informazioni che enfatizzavano le menomazioni come altamente invalidanti, al punto di causare ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale e relazionale.
Gli indagati compilavano i certificati senza visitare il paziente e una volta inseriti nella cartella personale dell’istante, li esibivano alla commissione valutatrice dell’A.S.L.
False commissioni
Gli inquirenti all’INPS hanno anche riscontrato che due medici convenzionati (indagati) procedevano, autonomamente, a istituire, solo sulla carta, false commissioni I.N.P.S. di valutazione.
Lo facevano anche se gli altri componenti non ne sapevano nulla.
Successivamente avviavano telematicamente la procedura allegando gli esiti delle malattie o menomazioni inventate per far ottenere ai richiedenti i benefici della falsa invalidità.
Il sodalizio criminale operava non solo nel varesotto e in Lombardia, ma aveva interessi e ramificazioni estese sino al sud Italia.
Infatti, nel corso delle indagini i militari hanno accertato che alcuni richiedenti fuori Regione si sono trasferiti temporaneamente in zona presso il domicilio di altri invalidi compiacenti.
L’importo delle tangenti elargite e suddivise tra tutti i componenti dell’associazione ammonta a circa 400mila euro.
Mentre i benefici economici illegittimamente garantiti ai 39 soggetti presi in esame corrispondono, nel solo periodo d’indagine, a circa euro 600 mila euro.
I benefici fiscali e previdenziali ancora in fase di quantificazione e non sono ancora inclusi nel conteggio.
Pensioni anticipate
Almeno tre tra i soggetti indagati sono riusciti ad andare in pensione anticipatamente rispetto ai limiti previsti.
La successiva revisione straordinaria da parte dell’I.N.P.S. ha portato alla revoca della percentuale riconosciuta a 13 beneficiari.
Per altri 19 la percentuale d’invalidità inizialmente riconosciuta è stata sensibilmente ridotta.
L’operazione delle Fiamme Gialle varesine rimarca la finalità di prevenzione e repressione dell’azione del Corpo nei confronti delle condotte illecite.
In particolare di quelle dall’elevato disvalore sociale in quanto tese a sottrarre risorse pubbliche destinate alle fasce più bisognose della popolazione.