Rutenio e altri veleni sulla Lombardia, non solo coronavirus

Rutenio e altri veleni sulla Lombardia, non solo coronavirus

L'allarme era arrivato dalla rivista Atmospheric Environment:”…Anche l’agenzia internazionale per l’Energia atomica ha raccolto dagli stati membri un dataset delle misure del particolare radioisotopo di origine artificiale – aveva dichiarato Niccolò Maffezzoli, ricercatore del Cnr – confermandone la presenza dall’Ucraina all’Italia fino alla Svezia e alla Francia. Il dataset è stato quindi rilasciato dall’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare, prima struttura a indagarne la possibile origine. I risultati della ricerca sono stati poi confermati dall’Istituto meteorologico danese. Noi abbiamo utilizzato sia un modello di ricostruzione atmosferica sia informazioni meteo open source, applicando quindi un modello statistico al fine di ricostruire la posizione della sorgente. Il risultato conferma per la terza volta le conclusioni cui sono arrivate le altre due indagini: una zona compresa tra l’Ucraina e le regioni russe del Volga e degli Urali. La dose delle radiazioni è comunque stata molto al di sotto dei limiti di legge e non dannosa per la popolazione e l’indagine non ha riguardato eventuali rischi per la salute ma ha confermato con una diversa metodologia i risultati delle precedenti ricerche circa la possibile origine del fallout, ad oggi non ancora ufficialmente confermata…”

La scia di Rutenio tra Lombardia e Piemonte non sarebbe stata considerata pericolosa.

Rutenio, di cosa si tratta?

Il rutenio è un metallo bianco e duro,piccole quantità di rutenio possono aumentare la durezza del platino e del palladio nonché rendere il titanio più resistente alla corrosione. Il rutenio può essere impiegato come rivestimento sia per elettrodeposizione sia per decomposizione termica, si trova di solito in minerali di metalli del gruppo del platino nei Monti Urali e nelle Americhe.

E' pericoloso?

E' possibile ottenere rutenio dal combustibile nucleare esaurito che contiene una piccola percentuale di isotopi di rutenio: il rutenio prodotto in questo modo contiene però un isotopo radioattivo (106Ru) con un'emivita di 373,59 giorni, perciò deve essere lasciato in deposito in strutture sicure per almeno 30 anni affinché possa essere smaltito pressoché completamente prima di poter mettere in commercio il metallo ottenuto (wikidpedia), macchia facilmente la pelle umana, può essere cancerogeno ed è soggetto a bioaccumulo nelle ossa.

Non è una delle solite fake news, ne aveva parlato l'ARPA:

"I controlli di routine sulla radioattività svolti quotidianamente dal Centro Regionale Radioprotezione di Arpa non hanno più individuato nell'aria alcuna traccia di rutenio 106 né di altre sostanze radioattive anomale, dopo le segnalazioni positive dei primi giorni di ottobre, sempre con concentrazioni che non hanno mai destato preoccupazioni né dal punto di vista ambientale né da quello sanitario.

Ad oggi non è ancora nota l'origine della contaminazione, che secondo tutte le simulazioni modellistiche avrebbe origine in una regione non meglio identificata dell'est Europa.

Arpa e la DG Welfare di Regione Lombardia sono costantemente in contatto e valutano puntualmente ogni nuova notizia relativa all'evento, anche secondo le indicazioni eventualmente fornite dai Ministeri competenti."

La questione ha comunque destato in interesse portando ad altre possiblità: " Le varie ipotesi, esaminate e sviscerate nell'articolo, porterebbero a individuarne la causa più probabile in un incidente durante la produzione di una sorgente di rutenio 106 in un impianto sito nella regione degli Urali meridionali, anche se l'episodio non è mai stato confermato dalla Confederazione Russa." ( ARPA)

Articolo Rutenio Nat Ac Science_Luglio 2019.pdf

Rutenio_Airp2018_Rusconi.pdf

Rutenio_AIRP2018_SLIDE.pdf

Si studia, si commenta, si accerta ma non si arriva mai al dunque, non solo quando ci sono "casi " italiani che hanno a che fare con la politica nazionale, ma ancor peggio su quella internazionale, sia America, Cina, Russia o altri.

CADE SEMPRE IL SILENZIO, NON SI PROCEDE CON INCHIESTE INTERNAZIONALI, PERCHE' SI TRATTA DI MATERIALI RADIOATTIVI, CHE POSSONO MAGARI PROVOCARE TUMORI O NO?

SI E' ACCERTATO CHE FOSSERO NELL'ARIA, MA COME CI SONO ARRIVATE, SPARSE DA QUALCHE AEREO MILITARE STRANIERO PER EVITARNE LO SMALTIMENTO DIFFICILE,PERICOLOSO E COSTOSO? SEMPLICI DOMANDE A CUI LA POLITICA NAZIONALE NON RISPONDE MAI. I MORTI CI SONO MA LE CAUSE NO.

   GIUSEPPE CRISEO