Il detenuto trasportato al pronto soccorso dopo aver simulato un malore ha aggredito un agente della polizia penitenziaria tentando di strangolarlo.
Il detenuto ha aggredito un agente della Polizia Penitenziaria
Nel pomeriggio di domenica il detenuto ha simulato un malore ai Miogni, è stato accompagnato all’ambulatorio e da lì al pronto soccorso dove ha tentato di aggredire un agente della polizia penitenziaria.
L’uomo, un detenuto psichiatrico, è stato fermato in tempo grazie all’intervento di altri agenti oltre che di medici e infermieri.
A denunciare l’accaduto è il sindacato Uilpa Polizia penitenziaria.
“Ancora un agente della Polizia penitenziaria aggredito da un detenuto con problemi psichiatrici” denuncia il sindacato.
Dopo i recenti e allarmanti episodi avvenuti nel carcere di Busto Arsizio, anche ai Miogni, per la prima volta, il comportamento aggressivo di un carcerato.
Nel pomeriggio di domenica un detenuto psichiatrico, italiano, ha simulato un malore.
L’uomo è stato accompagnato presso l’ambulatorio medico e ha chiesto di poter essere scortato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino.
Quindi prima ha afferrato un cordless per chiamare il 118 e poi ha stretto le mani intorno al collo dell’agente di turno, minacciandolo e insultandolo.
A stento il personale è riuscito a calmarne la furia.
E’ un episodio allarmante che porta l’attenzione sui Miogni dove al momento sono presenti 90 detenuti (50 stranieri e 40 italiani).
Carenza di organico
La struttura soffre come quella di Busto Arsizio, di carenza di organico nella Polizia penitenziaria, con 60 agenti mentre ne servirebbero almeno 15 in più.
Il segretario territoriale Uilpa Polizia Penitenziaria di Varese Francesco Paolo d’Aries che fa rilevare: “Quanto accaduto è preoccupante oltre ad essere sconcertante, anche perché non sono da sottovalutare le gravi carenze di organico dell’istituto varesino. Pochi gli agenti presenti nel turno in cui è avvenuta l’aggressione, le conseguenze potevano essere molto più gravi”.
Quindi secondo il sindacato servono “immediate risoluzioni in merito, non si possono tenere in carcere detenuti psichiatrici, spesse volte non voluti neppure dagli stessi familiari.
Occorrono strutture idonee, con un’adeguata osservazione sanitaria specialistica per tali soggetti”.
Sull’episodio è intervenuto anche il segretario Regionale Uilpa Polizia penitenziaria Pierpaolo Giacovazzo che dice: “Questi non sono più rischi del mestiere, bensì possiamo sostenere che il personale si senta veramente abbandonato dall’Amministrazione. Uilpa Polizia Penitenziaria da molto tempo cerca di porre il tema della necessità, non rinviabile, di una riforma che preveda posti in numero sufficiente in strutture adeguate per detenuti affetti da patologie psichiatriche, rinnoviamo l’appello al futuro Governo e al futuro Guardasigilli, vogliamo essere ascoltati”.
Di recente anche nel carcere di Busto Arsizio si sono verificati due casi.
Un detenuto turco ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale ha aggredito gli agenti tentando la fuga.
Un romeno si è invece reciso un orecchio ed è stato salvato dagli agenti.