L’agente immobiliare e l’impresario edile avrebbero raggirata una donna incapace inducendola ad alienare immobili ad un prezzo estremamente incongruo.
Donna incapace raggirata
La Guardia di Finanza di Gallarate aveva avviato l’indagine sulla donna incapace raggirata in seguito ad una querela presentata dai familiari della donna, attualmente deceduta.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno concluso l’attività di indagine su delega della Procura della Repubblica di Busto Arsizio.
L’indagine ha portato al sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale bustocco, di un immobile ad uso commerciale situato in provincia di Varese.
L’immobile avrebbe valore complessivo di circa 50mila euro ed era nella disponibilità delle persone sottoposte alle indagini.
La donna in stato di evidente deficienza psicofisica avrebbe venduto alcuni immobili a favore di presunti conoscenti ad un prezzo estremamente incongruo.
La vittima, in particolare, a fronte della stipula dei contratti di compravendita non avrebbe incassato il pagamento dell’intero corrispettivo.
Gli acquirenti erano, oltre ai due principali responsabili, anche alcuni soggetti già locatari degli immobili.
Avevano ottenuto la fiducia della donna
I due presunti responsabili erano entrati in contatto con la donna e ottenuto la sua fiducia occupandosi della vendita di altri immobili per suo conto.
Nella veste di agenti immobiliari, la avevano indotta a vendere un locale commerciale, che fruttava 4.800 euro annui di affitto, al prezzo di 25.000 euro.
Valore che era, tra l’altro, ampiamente inferiore al valore di mercato.
Il rogito notarile era stato reso credibile dai malintenzionati con l’emissione di assegni circolari per un importo pari al 50% del prezzo.
Ma invece di consegnare gli assegni alla donna li avevano poi riversati sui propri conti correnti.
Lo sviluppo dell’indagine e l’acquisizione di documenti di natura bancaria e clinica relativa alla donna hanno portato all’ipotesi di reato di circonvenzione di incapace.
Successivi riscontri hanno consentito di accertare che anche un impresario edile, approfittando dei problemi psicofisici della donna, l’aveva circuita.
L’impresario l’aveva indotta a versare ulteriori 50.000 euro per lavori di ristrutturazione mai eseguiti.
Ciò è avvenuto con l’aggravante di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e con abuso di prestazioni d’opera.
Sulla base degli elementi raccolti, il GIP, su richiesta del P.M. titolare delle indagini, ha disposto il sequestro preventivo dell’immobile acquistato dagli agenti immobiliari.
I magistrati hanno considerato l’immobile come profitto della circonvenzione di incapace, in quanto la sua imminente cessione ne avrebbe reso impossibile il recupero da parte degli eredi della donna.
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