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    Ponte sullo Stretto, un pasticcio per salvarlo

    0
    By Redazione Consumatori on 21 Maggio 2025 Politica
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    Ponte sempre di più criticato. DL Infrastrutture: un Papocchio Salva Ponte Sull’Etica Pubblica e i Conti dello Stato

    Il nuovo DL Infrastrutture sta scuotendo il dibattito pubblico. Molti lo definiscono un “papocchio”. Le critiche sono forti, parliamo del Ponte sullo Stretto di Messina.

    Si parla di un decreto che salva il Ponte sullo Stretto, ma a quale prezzo? Gli oneri e i rischi delle concessionarie autostradali sembrano essere ribaltati sullo Stato. Questo solleva serie preoccupazioni.

    Il Ponte sullo Stretto: Costi, Gara e Trasparenza Manca

    Il costo del Ponte sullo Stretto è aumentato. Si è passati da 8,5 miliardi a 13,5 miliardi di euro. È un incremento notevole. Sono trascorsi 13 anni dal progetto iniziale. Questo lasso di tempo potrebbe giustificare un aumento. Tuttavia, un incremento di questa portata dovrebbe richiedere una nuova gara d’appalto. Invece, il DL Infrastrutture lo esclude. Questa decisione è controversa.

    Il decreto fissa un limite massimo di incremento del 50%. Questo limite non ha molto senso. Se gli aumenti sono giustificati, non dovrebbe esserci un limite. Se non sono giustificati, il limite diventa un consenso a spendere. Non è un vero tetto alla spesa. Sembra piuttosto un via libera a ulteriori esborsi. La logica dietro questa clausola è debole.

    Un altro punto critico riguarda la società Stretto di Messina. Il decreto stabilisce che non entrerà nell’elenco delle stazioni appaltanti dell’Anac. L’Anac è l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Questa esclusione è preoccupante. Significa meno controllo. L’Anas, che detiene il 36% delle quote della società, gestirà direttamente le gare pubbliche. L’Anas è un azionista. Non è un terzo imparziale. Questa situazione crea un conflitto di interessi. La trasparenza dell’opera ne risente. La gestione delle gare dovrebbe essere indipendente.

    Le implicazioni sono chiare. I cittadini potrebbero pagare di più. I controlli sono ridotti. La fiducia nelle istituzioni può diminuire. Un’opera di tale grandezza richiede massima trasparenza. Richiede anche una gestione impeccabile. Il DL Infrastrutture sembra andare in direzione opposta.

    Concessioni Autostradali: Il Peso Passa ai Cittadini

    Il DL Infrastrutture interviene anche sulle concessioni autostradali. Il decreto non avvia una riforma organica. Questa riforma è attesa da tempo. Invece, si preferiscono soluzioni rapide. Queste soluzioni sembrano favorire le concessionarie.

    La responsabilità degli aumenti dei pedaggi cambia. Prima era del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Ora passa all’Art. L’Art è l’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Questa mossa sposta il problema. Non lo risolve. Il MIT evita così di assumersi la responsabilità politica. L’Art è un organismo tecnico. La decisione sugli aumenti diventa meno politica. Ma il peso ricade sempre sui cittadini.

    Inoltre, il decreto solleva i concessionari dai costi di adeguamento infrastrutturale. Parliamo di sicurezza. Questi costi erano inclusi nei Piani Economico Finanziari (Pef). Ora vengono portati fuori. Sarà lo Stato a pagarli. Questo significa che i contribuenti pagheranno. Le concessionarie, invece, risparmieranno. È un trasferimento di oneri. Un onere che prima era a carico di chi gestisce le autostrade. Ora è a carico di tutti.

    Questa decisione ha un impatto enorme. Le concessionarie gestiscono un servizio pubblico. Devono garantire sicurezza. Devono investire nella manutenzione. Questi costi sono parte della loro attività. Farli pagare allo Stato è un regalo. Un regalo fatto con i soldi dei cittadini. La sicurezza delle infrastrutture è fondamentale. Non dovrebbe essere oggetto di questi giochi di bilancio.

    Le Conseguenze per le Finanze Pubbliche e la Governance

    Le decisioni contenute nel DL Infrastrutture avranno un impatto significativo. Le finanze pubbliche saranno messe a dura prova. L’aumento dei costi del Ponte sullo Stretto è ingente. Il trasferimento degli oneri delle concessionarie è un’altra spesa. Tutte queste voci si sommano. Il debito pubblico potrebbe aumentare. I servizi essenziali potrebbero risentirne.

    La governance delle grandi opere è un tema centrale.

    Fonte Dario Balotta

    Altre dichiarazioni sullo stesso tema: Paolo Grimoldi del Patto per il Nord:

    “ Il Ponte di Messina sta disastrando le casse dello stato, le tariffe autostradali, nessuna trasparenza e ha perfino costi sconosciuti. Una scelta tra la stupidità e la follia a spese di infrastrutture utili, ospedali e pressione fiscale”

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