Massacro alle Partite IVA – Chiara linea dell' Agenzia delle Entrate

Massacro alle Partite IVA – Chiara linea dell' Agenzia delle Entrate

Cura Italia è stata cancellata dal maxi-emendamento

Partite IVA, i controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate riprenderanno dal 1° giugno 2020, previsto l’invio di oltre 8 milioni di atti. L’annuncio arriva dal direttore delle Entrate Ruffini durante l’audizione in commissione Finanze alla Camera del 22 aprile 2020

Ripresa dell'attività di accertamento e non solo

L’intervento, iniziato come una sorta di discorso riassuntivo delle misure fiscali prese dal decreti Cura Italia e Liquidità, si è concluso con una novità che lascia di stucco.

Come mai ripartono i controlli fiscali in tempi così brevi, soprattutto vista la grave situazione economica del Paese? La risposta sta nella cancellazione della proroga di due anni per i termini di accertamento concessa dal decreto Cura Italia.Riffini precisa : i due anni di proroga dei termini di accertamento erano una norma pro-contribuente”.

Partite IVA, controlli fiscali a tappeto dal 1° giugno 2020

Brutte notizie in arrivo per imprese.

Il Fisco non solo riprenderà le attività di controllo, ma fa sapere che le intensificherà in quanto la proroga di due anni dei termini di accertamento prevista dal decreto Cura Italia è stata cancellata dal maxi-emendamento approvato in Senato nel corso della conversione in legge.

Nella relazione che Ernesto Maria Ruffini ha letto durante l’Audizione in Commissione Finanze e attività produttive della Camera svoltasi il 22 aprile 2020 c’è scritto:

Ad inizio giugno, anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà riprendere le attività. Si renderà innanzitutto necessario [...] produrre e avviare al processo di notifica le cartelle di pagamento relative ai ruoli consegnati dagli enti creditori nei mesi di febbraio e marzo 2020 (circa 3 milioni). Analogamente andrà ripreso l’invio, attualmente sospeso fino al 31 maggio 2020, degli altri atti di riscossione, ovvero quelli necessari all’interruzione dei termini di prescrizione (circa 1,6 milioni di avvisi di intimazione) e quelli propriamente riferiti alle azioni di recupero, esecutive o cautelari (circa 875 mila atti). [...] A questi volumi si aggiungeranno le cartelle di pagamento relative ai ruoli che gli Enti impositori consegneranno nel corso dei mesi di aprile e maggio (circa 2 milioni), nonché quelle dei mesi successivi.”

Insomma, entro fine 2020 tutti gli atti di accertamento saranno consegnati ai contribuenti interessati.

Al Fisco, insomma, non servono proroghe: sono pronti a inviare oltre 8 milioni di atti di notifica:

“Non è un termine di cui noi abbiamo bisogno per la nostra operatività.”

Il fatto, continua Ruffini, è che manca un provvedimento normativo che consenta di non pagare gli atti notificati prima dell’inizio di questo periodo di grave crisi.

Le partite IVA quindi dovranno prepararsi a un giugno di fuoco: non solo ripartiranno i versamenti (la proroga dei versamenti di aprile e maggio del decreto Liquidità ha spostato la scadenza al 30 giugno) ma saranno anche tartassate dagli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.

Questo è il Governo Conte.

Fabio Sanfilippo