Lupi, orsi, cavalli nelle mense. Nessuno si indigna? Io sì!

Lupi, orsi, cavalli nelle mense. Nessuno si indigna? Io sì!

 

C’è una leggenda che narra che il Che Guevara, di fronte a un’assemblea, alla domanda “c’è qui in sala un economista?” rispose affermativamente alzandosi in piedi. In realtà aveva capito: “c’è in sala un Comunista”, perché, anche a leggere la sua vasta produzione, economista non lo era davvero. Al contrario emergono dai suoi scritti spunti spiritualistici e un senso del Comunismo prossimo al “mondo magico”, curioso per un Medico quale era, in particolare per ciò che concerne i numerosi viaggi per le Ande e tra gli Indios, che poi ispirarono gli Inti-Illimani in ‘Canto de Pueblos Andinos’ e i vari registi dei numerosi “Diario di una Motocicletta” (qualcosa si trova anche doppiato in lingua italiana) che lo formarono come Eroe ben prima della cittadinanza cubana che acquisì sul campo. Come si è fatto in Italia per Garibaldi, anche una rivisitazione del Guevara “spirituale”, ben più facile e allo stesso tempo più “scientifica”, non farebbe male alla conoscenza storica, quando questa si incrocia alla Psicologia.

Oggi l’Economia non sembra più bastare in questa Europa figlia della Finanza e del Business fattosi Comunità Europea. Un esempio? Il Lupo appeninico. Sussistono varie tipologie di canis lupus nel mondo, in Europa e nel Mediterraneo ne abbiamo tre particolarmente rari: uno è il lupo iberico (Canis lupus signatus), un altro è il lupo arabo (Canis lupus arabs), un terzo e ultimo è il “nostro” lupo appeninico (Canis lupus italicus). Tutte e tre queste specie si differenziano dal lupo grigio comune, diffuso in Europa, in Asia e in America, su tre Continenti. Sono rari, insomma. Nessuno mangia il lupo arabo, diffuso intorno alla Palestina; nessuno mai si sognerebbe, in Spagna e Portogallo, di divorarsi il lupo iberico. Eppure, da pochi mesi, da forse un paio d’anni, la Lega Nord alle sue Feste (anche le più alte e ufficiali) mangia e fa mangiare carne di lupo appennico.

Perché dico che l’Economia non basta? Semplicemente perché l’Abruzzo, attraverso tre meravigliosi Parchi Nazionali (peraltro che hanno la loro origine ancestrale negli anni Trenta), vale a dire il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale del Gran Sasso e il Parco Nazionale della Maiella… del “Lupo italico” ci ha fatto una fortuna, un investimento, una fonte di ricchezza che ha portato da quando quest’animale ha cominciato a uscire dalla fase critica dell’estinzione, successivamente agli anni Settanta, a far divenire aree (enormi, estesissime) ridotte nella più assoluta miseria a vere e proprie perle di ricchezza, peraltro sostenibile, per la gioia di cittadini, commercianti, imprenditori, lavoratori d’ogni sorta… portando il Turismo, che peraltro produce in coloro che lo “subiscono” un naturale scambio di Cultura, di Linguistica e uno sviluppo d’apertura mentale.

Il Lupo è in Italia ancora un animale a rischio estinzione, risulterebbe controproducente mangiarlo. Andrebbe sfruttato come ricchezza, ci arriva qualsiasi persona ferrata in Economia (quale comunque io, non sono affatto, ma mi fido). E invece viene divorato, dai leghisti. Lupi, orsi, cavalli sono nelle mense delle Feste (solo al Nord, per ora) della “Lega” già Lega Nord. E allora?

Allora forse occorrerebbe sviluppare gli studi e le risposte della Sinistra, ove molti non possono che indignarsi (chiaramente partendo da una base economica, che tuttavia è psicologica e veterinaria, scientifica perché il turismo è sempre Pensiero astratto che si fa business) verso altri lidi. Cominciare a dire che il Lupo è il simbolo di Roma. Cominciare a rispolverare i legami naturali, ancestrali, tra noi e un certo mondo dei Pellerossa, che abbiamo tenuto vivi solo con il Fumetto. Pellerossa che mangiavano il cane, ma veneravano il Lupo. Potremmo parlare dei miti germanici dei Nibelunghi, di Beowulf e delle Valchirie di Wagner, de-nazionalsocialistizzandoli che forse, né lui né Nietzsche sono mai davvero appartenuti a quel mondo.

Per la Sinistra, in realtà, sarebbero praterie. Il termine è corretto. La Gran Bretagna si diceva e forse si dice ancora civile a sé stessa perché non mangia cavallo. Ed era, sembrerebbe esserlo ancora, forse, una Potenza culturale. Visto che noi studiamo la lingua inglese “a forza”, come se davvero ciò fosse dovuto a Londra e non a Washington. È la Cultura, bellezza. Non so se ci si mangia, ma con l’ignoranza si azzanna un Lupo.

proiaeathos

Lorenzo Proia