Portineria del Sant’Antonio Abate di Gallarate: “Le mascherine noi non le abbiamo” mi dice un’operatrice al bancone.
Le mascherine noi non le abbiamo
“Le mascherine non le abbiamo neanche per noi – dice l’altra operatrice – ce le dobbiamo comperare”.
E già, la ricchissima e all’avanguardissima sanità della Regione Lombardia di Fontana si perde non in un bicchiere d’acqua, ma in una misera mascherina.
In realtà io non pretendo di averla gratis (mi basterebbe semplicemente comprarla) in un grande ospedale della generosa (per altre cose) Regione Lombardia.
“Può comprarla al bar, loro le vendono” aggiunge una delle due operatrici.
“Al bar dell’ospedale?” chiedo io.
“No! Le vendono solo al bar di fronte” ribatte l’altra.
Vado al bar di fonte e chiedo una mascherina “Desidera altro?” Chiede l’uomo al bancone del bar.
“No grazie, – rispondo – ma pensavo di trovarle in ospedale”
Lui mi guarda stupito e molto correttamente mi batte lo scontrino di 50 centesimi.
Pago in contanti, d’altra parte io sono un noto grande evasore!
Dovrei pagare con il postepay evolution, per lasciare traccia della transazione, ma se lo proponessi l’uomo del bar diventerebbe meno cordiale”.
La prenotazione e la registrazione
Però adesso ci siamo e ritorno al reparto per ricevere la prestazione prenotata.
“Lei non è passato dal CUP (ndr: centro unico di prenotazione) deve andarci prima di essere ricevuto dal dottore” dice un’infermiera sicura di sé.
“Ma io ho fatto la prenotazione al telefono e mi hanno fissato l’appuntamento” ribatto ingenuo.
“Quello non serve, lei DEVE passare dal CUP” mi ribatte supponente come se io fossi un deficiente.
“Ok – le rispondo – adesso vado subito al CUP”.
Quindi, penso, faccio la prenotazione al telefono per semplificare la procedura, per evitare di intasare il CUP, risparmiarmi la coda e alleggerire il lavoro dei dipendenti.
Ma poi devo fare ugualmente la coda e impegnare i dipendenti per supportare la prenotazione telefonica.
Qualcosa mi sfugge, ma pazienza negli ultimi anni siamo passati dalla burocrazia (potere dei burocrati) alla BURROCRAZIA (potere degli asini) e le conseguenze si vedono!
Pazienza, penso, tanto il CUP è due piani sotto e ci si arriva in un battito d’ali.
Ingenuo, non puoi passare direttamente in quei pochi metri di corridoio perché in quello spazio ti trasformi in un untore e contagi tutti gli utenti.
Devo uscire dal nosocomio e girare l’intero perimetro esterno per tornare a pochi metri da dove sono partito.
E poi devo fare il percorso inverso per tornare al punto di partenza, ma adesso la prestazione, oltre ad essere prenotata, è anche registrata.
Fabrizio Sbardella
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