Influenza: dopo due anni di pandemia, rischio concreto che il virus circoli più forte di prima. Il monito degli esperti: “Fondamentale vaccinarsi fin da subito, senza aspettare”.
Prende il via oggi, 5 ottobre, la campagna antinfluenzale in Lombardia. Secondo una programmazione che dà priorità ai gruppi maggormente a rischio, come individuati dalle raccomandazioni della Circolare del Ministero della Salute di prevenzione e controllo dell’influenza per la stagione 2022/23.
L’obiettivo è quello di migliorare le coperture vaccinali raggiunte durante la passata stagione autunnale sulle popolazioni a rischio di gravi complicanze, tra cui in particolar modo le persone dai 65 anni di età. In questa popolazione la copertura del 56% registrata nella regione Lombardia è sotto la media nazionale e in calo di quasi 5 punti percentuali nel 2021 rispetto al 2020. Complice, tra gli altri, una percezione sottostimata della gravità della malattia e la bassa circolazione dei virus influenzali, legata alle misure di contenimento del COVID.
Da diverse settimane gli esperti stanno mettendo in guardia che in questa stagione potrà verificarsi una “tempesta perfetta”. L’allentamento delle misure emergenziali, infatti, porterà a una maggiore circolazione dell’influenza che ci troverà impreparati. Avremo un’insufficiente memoria immunitaria nei confronti dei virus influenzali.
È quanto successo nell’emisfero australe, dove, negli anni pandemici, è stata bassa l’adesione alle campagne d’immunizzazione e non si è registrata circolazione. Pertanto il sistema immunitario non ha ricevuto stimoli né attraverso l’infezione né attraverso il vaccino.
In questo contesto l’influenza può tornare a causare i numerosi ricoveri ospedalieri e decessi che causava prima della pandemia.
Rischio concreto per gli anziani di contrarre una forte influenza
E sono gli anziani che, con maggior probabilità, rischiano di subire il più alto impatto clinico della malattia, in termini ad esempio di polmoniti, eventi acuti di natura cardio-cerebrovascolare come infarto o ictus, un aggravamento di eventuali patologie croniche preesistenti, oltre a possibili esiti fatali.
Prevenire la malattia per gli anziani è quindi fondamentale, ma andrebbe fatto nel modo più appropriato. È infatti ampiamento dimostrato dalla letteratura che, con l’aumentare dell’età, la risposta immunitaria è più debole allo stimolo vaccinale e quindi un vaccino antinfluenzale “classico” potrebbe non offrire una protezione adeguata.
Esistono però soluzioni vaccinali indicate per questa popolazione, come il vaccino contenente un maggiore dosaggio di antigene. Questo vaccino è stato appositamente studiato per garantire una protezione superiore rispetto al vaccino a dosaggio tradizionale, nel rispetto dei medesimi standard di sicurezza e tollerabilità. È un vaccino in commercio da più di dieci anni, che ha dimostrato ampiamente la sua efficacia nel prevenire l’influenza e le sue complicanze. Riducendo i ricoveri per polmoniti del 27% in più di quanto riesca a fare il vaccino standard e i ricoveri per cause cardio-respiratorie del 18% in più.
Le valutazioni dei medici sul rischio concreto
“L’influenza ha un impatto clinico sottovalutato. Mentre i pazienti anziani con pluri-patologie sono ad altissimo rischio di andare incontro a un’inasprimento delle loro condizioni di fragilità. In questi anni pandemici si è parlato molto dell’importanza di evitare sovraffollamenti nei reparti di medicina interna e terapia intensiva. E’ un rischio che in ospedale corriamo ogni anno a casua delle complicanze dell’influenza.
E’ fondamentale ridimensionare la portata di questo fenomeno, vaccinando questi pazienti nella maniera più appropriata. Ossia con vaccini in grado di ridurre la probabilità di ricoveri ospedalieri associati a infezione influenzale.
A tal proposito il vaccino ad alto dosaggio ha una storia pluriennale di dati di efficacia nella prevenzione delle ospedalizzazioni per tutte le cause correlabili ad influenza”. Spiega Maurizio Marvisi Presidente Eletto FADOI, Società Scientifica di Medicina Interna, Regione Lombardia.
La vaccinazione antinfluenzale può anche essere programmata nella stessa seduta della dose booster COVID. O di altre vaccinazioni raccomandate e offerte gratuitamente agli ultrasessantacinquenni, come quella contro l’herpes zoster o lo pneumococco.