L’utilizzo della legna e del pellet per il riscaldamento delle abitazioni è una fonte di emissioni di particolato (PM10), che assieme ad altri settori emissivi (trasporti, industria, produzione di energia, agricoltura, altre fonti di riscaldamento dometico) contribuisce non poco ad alimentare il problema dell’inquinamento atmosferico nel bacino padano.
Un problema che colpisce tutti territori e i cittadini che vi abitano, dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia e che è stato recentemente sancito anche dalla condanna all’italia per infrazione delle norme comunitarie sulla qualità dell’aria da parte della Corte di Giustizia Europea.
Per affrontare questa emergenza i territori del bacino hanno elaborato delle strategie condivise finalizzate a limitare l’emissione di inquinanti di una pluralità di settori: Trasporti, Industria, Agricoltura, Produzione di energia, riscaldamento domestico e uso della biomassa domestica.
Per ridurre le emissioni di inquinanti derivante dall’uso di legna e pellet per il riscaldamento è utile innanzitutto seguire delle buone pratiche di utilizzo e manutenzione dell’impianto.
Per conoscerle puoi consultare i 10 consigli per una corretta gestione di stufe e camini e approfondire con il nostro Opuscolo informativo sulle biomasse legnose.
Nel caso di camini aperti, stufe o caldaie obsolete sostituendo l’impianto con altri sistemi di riscaldamento (pompe di calore, metano) o con impianti a biomassa nuovi e performanti è possibile ridurre fortemente le emissioni di inquinanti.
La sostituzione di impianti obsoleti a biomassa è finanziata a livello nazionale dal Conto Termico erogato dal GSE che finanzia fino al 65% della spesa sostenuta.