Il Presidente di CNA Lombardia, Giovanni Bozzini, saluta con favore il testo del nuovo Codice degli Appalti licenziato dal Consiglio dei Ministri.
“La conferma dell’inserimento dei consorzi ordinari tra i soggetti che possono presentare offerte sembra rappresentare finalmente un’apertura tangibile nei confronti delle micro e piccole imprese. Permettendo in questo modo alle dinamiche di investimento di indirizzarsi direttamente anche verso le PMI. Realtà che rappresentano il DNA del nostro tessuto economico.”
“Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di CNA Nazionale, analizzando le classi di importo delle gare di appalto relativi all’anno 2021, le micro imprese – che rappresentano oltre il 96% del totale delle imprese italiane – possono attualmente potenzialmente accedere solo al 17% del mercato degli appalti pubblici. E possono ambire ad aggiudicarsene circa il 5%”. Prosegue il Presidente di CNA Lombardia.
Affidamenti in Italia
In Italia, nel 2021, l’importo totale degli affidamenti sopra i 40mila euro è stato di 199,4 miliardi di euro, con un aumento del 6,6% rispetto al 2020 e del 13,4% rispetto al 2019.
Numeri potenzialmente molto rilevanti , ma che risultano – allo stato attuale – prerogativa delle imprese di maggiori dimensioni.
Il mercato contingente, infatti, è concentrato per oltre due terzi su bandi di importo superiore a 5 milioni. E di questi, la fetta più ampia è sopra i 25 milioni.
Cosa cambia con il nuovo Codice degli appalti
“Anche per questa ragione accogliamo positivamente la semplificazione burocratica per gli affidamenti diretti e per le opere sotto il milione di euro, che rappresenta un elemento di responsabilizzazione e rinnovata fiducia verso le amministrazioni (per prime quelle locali).”. conclude il Segretario regionale CNA, Stefano Binda.
Su questo particolare aspetto del nuovo Codice Appalti il Presidente Bozzini lancia tuttavia un avvertimento.
“La connessione diretta che si legge tra le righe di alcune dichiarazioni di queste ore tra procedura di affidamento diretto o negoziale e fenomeni di malaffare suona alquanto fuorviante.
La maggiore persistenza dei lavori e degli investimenti pubblici sul territori con i cosiddetti affidamenti a km 0 e la selezione dei committenti tramite procedure diverse dalle gare non può essere derubricata come familismo. Da mesi le micro e piccole imprese del sistema casa si trovano al centro di polemiche connesse a frodi o irregolarità che non ne rappresentano in alcun modo le consuetudini.
Anche in materia di superbonus è stato fatto mediaticamente passare il messaggio che la bolla dei crediti si sia generata a causa delle PMI, così anche ora si rischia di far credere all’opinione pubblica che quando un sindaco affida un’opera o una fornitura di beni ad un’impresa del luogo e non invece ad un grande general contractor estraneo al territorio o dall’estero ci siano di mezzo fenomeni corruttivi. Affermazione totalmente irricevibile e che respingiamo con forza!”
CNA Lombardia ravvisa, infine, nella pratica del subappalto a cascata un potenziale rischio. Di eccessiva compressione dei margini di subalternità della filiera per le imprese artigiane eventualmente coinvolte in questa pratica.