Autonomia idroelettrica: confermata nel DDL Concorrenza la regionalizzazione delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche.
La riassegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche non sarà modificata dal DDL Concorrenza. I beni costituenti quelle che vengono definite le “opere bagnate” andranno senza compenso in proprietà alle Regioni o alle Province Autonome.
Tali Enti potranno procedere a riassegnarne l’utilizzo, ma non la proprietà che rimarrà in capo alle regioni, andando a stipulare nuovi contratti di concessione. Questo permetterà di rivedere i contratti di concessione siglati nel passato, alcuni anche 70 anni fa, con gli operatori idroelettrici.
Autonomia idroelettrica, il commento dell’europarlamentare Panza
“I nuovi contratti di concessione saranno una straordinaria occasione di sviluppo che porterà risorse e benefici ai territori dove sono allocati i grandi impianti delle centrali idroelettriche. Consentiranno un’equa remunerazione all’operatore che si aggiudicherà la concessione per il periodo previsto, da 30 fino a 50 anni, e saranno improntati alla tutela dei territori, agli investimenti sugli impianti e alla gestione coordinata delle risorse idriche, conciliando i diversi interessi legati agli impianti e ai territori, passando dallo sviluppo degli impianti alla fruizione della montagna, dalla gestione dei livelli dei laghi alle necessità dell’irrigazione”. Dichiara l’europarlamentare Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega.
“Doveroso il ringraziamento al senatore Paolo Ripamonti, relatore del provvedimento al Senato; in un grande lavoro della Lega che ha concretamente tutelato i territori e che con questo provvedimento dà un impulso significativo anche a quel concetto di autonomia che tanto ci è caro”. Conclude la nota l’europarlamentare Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega.
Autonomia idroelettrica con DDL Concorrenza
“In sostanza è confermato l’impianto vigente per l’autonomia idroelettrica con il DDL Concorrenza. Alla scadenza delle concessioni i beni costituenti le cosiddette ‘opere bagnate’ (dighe, opere di presa, canali, gallerie e condotte forzate) passeranno senza compenso in proprietà delle Regioni o delle Province Autonome. E resteranno quindi definitivamente acquisite al patrimonio pubblico. Le stesse Regioni potranno poi procedere secondo procedure competitive a riassegnarne l’utilizzo (non la proprietà) stipulando nuovi contratti di concessione”. Dichiara l’assessore di Regione Lombardia alla Montagna e alle Risorse energetiche.
La legislazione di Regione Lombardia
Regione Lombardia ha già varato la sua legislazione sul rinnovo delle concessioni (l.r. 5/2020, modificata dalla l.r. 19/2021). Nella legge lombarda è previsto che i futuri contratti di concessione con gli operatori saranno stipulati dopo avere effettuato le procedure di selezione competitiva previste dalla norma nazionale. I nuovi contratti saranno improntati alla tutela dei territori, agli investimenti sugli impianti e alla gestione coordinata delle risorse idriche in un’ottica monte-valle. Tutto ciò con l’obiettivo di contemperare tutti gli interessi in gioco: l’ambiente, lo sviluppo degli impianti, la fruizione della montagna, la gestione dei livelli dei laghi e le necessità dell’irrigazione e non di meno l’occupazione. Il tutto consentendo una giusta remunerazione nel tempo all’operatore che si aggiudicherà la concessione per il periodo previsto (da 30 fino a 50 anni).