varesepress.info
    Facebook Twitter Instagram
    Trending
    • Fratelli d’Italia Sesto Calende esprime solidarietà a La Prealpina
    • Incidente stradale sulla Strada Statale 336
    • Como: denunciati tre stranieri
    • Golasecca: Celebrazione del 2 Giugno 2025
    • Alberi caduti a Varese e Malnate
    • Gallarate: daspo per due minorenni
    • Cocquio Trevisago: incidente mortale
    • Busto Arsizio, i 70 anni di Poste Italiane
    • Archivio
    • Contattaci
    Facebook Twitter LinkedIn RSS
    varesepress.info
    • Home
    • Comuni
      • Agra
      • Albizzate
      • Angera
      • Arcisate
      • Arsago Seprio
      • Azzate
      • Barasso
      • Bardello
      • Bedero Valcuvia
      • Besnate
      • Besozzo
      • Biandronno
      • Bisuschio
      • Bodio Lomnago
      • Brebbia
      • Bregano
      • Brenta
      • Brescia
      • Brezzo di Bedero
      • Brezzo di Bedero
      • Brinzio
      • Brissago Valtravaglia
      • Brunello
      • Brusimpiano
      • Bugguggiate
      • Busto Arsizio
      • Busto Garolfo
      • Busto-Olona
      • Cadegliano Viconago
      • Cadrezzate
      • Cairate
      • Cantello
      • Cardano al Campo
      • Carnago
      • Caronno Pertusella
      • Caronno Varesino
      • Casale Litta
      • Casalzuigno
      • Casciago
      • Londra Today
    • Cronaca
    • Varese-Laghi
    • Busto-Olona
    • Malpensa
    • Lombardia
    • Gossip
    varesepress.info
    safe
    safe

    No al Riarmo, Sì al Futuro, giovani e piano SAFE

    0
    By Giuseppe Criseo on 25 Aprile 2025 Lega
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Safe. No al Riarmo, Sì al Futuro: Analisi del Piano “SAFE” dell’UE e le Aspirazioni dei Giovani Europei

    1. Executive Summary:

    Il presente rapporto analizza la crescente attenzione dell’Unione Europea verso il riarmo, con particolare riferimento al piano “SAFE” (Security Action For Europe), e la contrappone alle aspirazioni dei giovani europei per la pace, la libertà e il lavoro.

    L’analisi evidenzia le controversie legate alla base giuridica del piano “SAFE”, in particolare l’utilizzo dell’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che esclude il coinvolgimento diretto del Parlamento Europeo. Il rapporto esplora inoltre le potenziali conseguenze economiche e sociali dell’aumento della spesa militare sui giovani, sottolineando i possibili compromessi con gli investimenti in settori cruciali come l’istruzione e l’occupazione giovanile. Infine, vengono esaminate prospettive giovanili sul futuro dell’Europa e approcci alternativi alla politica estera europea focalizzati sulla diplomazia e la cooperazione pacifica.

    2. Introduzione:

    Il contesto geopolitico attuale è segnato da una crescente instabilità e da rinnovate tensioni, che hanno spinto l’Unione Europea a concentrarsi sempre più su questioni di difesa e sicurezza. Questa tendenza è chiaramente visibile nell’adozione di iniziative come il piano “SAFE” e l’agenda più ampia “Readiness 2030”, entrambe volte a rafforzare le capacità militari dell’UE.

    In particolare, il deterioramento del contesto di sicurezza dall’inizio del 2025, caratterizzato dall’intensificarsi dell’aggressione russa contro l’Ucraina, è indicato come un fattore determinante di questo cambiamento di priorità. Tuttavia, questa spinta verso il riarmo solleva preoccupazioni, come quelle espresse nella richiesta dell’utente, riguardo alla sua compatibilità con i desideri e le necessità dei giovani europei, che aspirano a un futuro di pace, libertà e opportunità di lavoro. Il piano “SAFE”, in quanto elemento centrale di questa strategia di riarmo, è diventato un punto focale del dibattito, con critiche che emergono in merito alla sua legittimità democratica e alle sue potenziali implicazioni per il futuro delle giovani generazioni. Il presente rapporto si propone di analizzare in dettaglio il piano “SAFE”, il suo contesto giuridico e politico, le sue possibili ripercussioni sui giovani e di esplorare visioni alternative per il futuro dell’Europa.   

    3. La Spinta dell’UE al Riarmo e l’Iniziativa “SAFE”:

    La più ampia agenda di riarmo dell’UE è definita dal quadro “Readiness 2030”, noto anche come Piano di Riarmo per l’Europa. Questa iniziativa ambisce a riequipaggiare il continente europeo garantendo che l’industria della difesa europea possa produrre alla velocità e nei volumi richiesti, e facilitando il rapido dispiegamento di truppe e risorse militari attraverso l’UE. Il piano prevede una significativa mobilitazione di risorse finanziarie, con l’obiettivo di raggiungere circa 800 miliardi di euro destinati al potenziamento della difesa. Le azioni previste si concentrano principalmente su tre aree chiave: colmare le lacune nelle capacità militari e sostenere l’industria della difesa, approfondire il mercato unico della difesa e migliorare la preparazione europea a scenari di crisi estremi. La strategia “Readiness 2030” è concepita come un piano globale per affrontare le debolezze percepite nelle capacità di difesa europee e per assicurare la stabilità e la sicurezza a lungo termine del continente.   

    L’iniziativa “SAFE” rappresenta uno strumento finanziario specifico all’interno di questo quadro più ampio. Il suo obiettivo primario è quello di mobilitare il bilancio dell’Unione per sostenere e accelerare gli investimenti nazionali nell’industria della difesa europea. “SAFE” si configura come uno strumento temporaneo ed emergenziale, destinato a fornire assistenza finanziaria agli Stati membri sotto forma di prestiti, con una dotazione massima di 150 miliardi di euro.
    Un aspetto centrale del piano è la promozione degli appalti congiunti tra gli Stati membri, al fine di aumentare l’efficienza del mercato nel settore della difesa.
    Le aree prioritarie per gli investimenti finanziati attraverso “SAFE” includono la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili e le munizioni, i droni, la sicurezza informatica e la mobilità militare.
    L’accesso a questo strumento è garantito a tutti gli Stati membri che si impegnano ad aumentare significativamente i propri investimenti nella base industriale e tecnologica della difesa europea (EDTIB) attraverso sforzi collaborativi. L’iniziativa “SAFE” mira quindi a incentivare una spesa per la difesa più coordinata e congiunta tra i paesi membri dell’UE, con l’obiettivo di migliorare l’interoperabilità e l’efficacia in termini di costi.   
    25 Aprile 2025

    Lonate Pozzolo: malore in aeroporto

    By AL

    Malore in aeroporto Lonate Pozzolo: malore in aeroporto  È accaduto intorno alle ore 5.00 di…

    Castano Primo: intossicazione etilicaComuni
    25 Aprile 2025

    Castano Primo: intossicazione etilica

    By AL

    Intossicazione etilica a Castano Primo  Castano Primo: intossicazione etilica  È accaduto intorno alle ore 3.00…

    Busto Arsizio: due incidenti stradaliComuni
    25 Aprile 2025

    Busto Arsizio: due incidenti stradali

    By AL

    Due incidenti stradali a Busto Arsizio  Busto Arsizio: due incidenti stradali  Il primo incidente si…

    Sesto Calende: Commemorazioni 25 AprileComuni
    25 Aprile 2025

    Sesto Calende: Commemorazioni 25 Aprile

    By AL

    Aggiornamento Commemorazioni 25 Aprile a Sesto Calende  Sesto Calende: Commemorazioni 25 Aprile  In una nota…

    Busto Arsizio incidente Corso ItaliaComuni
    25 Aprile 2025

    Busto Arsizio: incidente stradale

    By AL

    Incidente stradale a Busto Arsizio  Busto Arsizio: incidente stradale  È avvenuto intorno alle ore 18.00…

    Load More
    Il piano “SAFE” è concepito per operare in sinergia con altre iniziative di difesa dell’UE. In particolare, esso integra il Fondo Europeo per la Difesa (EDF), il cui scopo è promuovere la cooperazione tra le aziende, stimolare lo sviluppo delle capacità di difesa e sostenere le imprese europee nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia. L’EDF, con una dotazione di circa 7,3 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, finanzia progetti di ricerca e sviluppo collaborativi nel settore della difesa. Inoltre, “SAFE” si basa sull’esperienza acquisita con programmi come EDIRPA e ASAP (Act in Support of Ammunition Production), quest’ultimo focalizzato sull’incremento della produzione di munizioni per rispondere alle urgenti necessità, anche in relazione al conflitto in Ucraina. L’UE sta quindi adottando un approccio su più livelli per rafforzare le proprie capacità di difesa, con “SAFE” che si concentra sugli investimenti immediati attraverso prestiti, l’EDF sullo sviluppo e la cooperazione a lungo termine e ASAP sulla risoluzione delle carenze urgenti di munizioni.   

    Un aspetto significativo del piano “SAFE” è l’iniziale esclusione degli Stati Uniti e, in un primo momento, del Regno Unito dall’accesso ai finanziamenti. Questa decisione riflette una spinta verso una maggiore autonomia strategica dell’UE nel settore della difesa. Tuttavia, è stata prospettata la possibilità che le aziende del Regno Unito possano beneficiare del piano attraverso un potenziale patto di difesa tra Regno Unito e UE. L’esclusione di importanti attori della difesa non UE, come gli Stati Uniti, indica una volontà di rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea e di ridurre la dipendenza da fornitori esterni. Questa tendenza verso un “acquisto europeo” potrebbe avere implicazioni significative per le relazioni transatlantiche nel settore della difesa e per il futuro del mercato europeo degli armamenti.  

    SAFE. Il Ruolo del Parlamento Europeo e la Controversia sulla Base Giuridica:

    Sebbene il ruolo del Parlamento Europeo nell’azione esterna dell’UE sia aumentato nel tempo, le sue competenze in materia di Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) e di Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC) rimangono relativamente limitate, essendo queste aree prevalentemente intergovernative. Il Parlamento esercita un’influenza più diretta attraverso le sue prerogative legislative in ambiti come il commercio, lo sviluppo e il controllo del bilancio relativo all’azione esterna. In una risoluzione del marzo 2025, il Parlamento ha espresso il proprio sostegno a un aumento della spesa per la difesa. Tuttavia, il suo coinvolgimento formale nella politica di difesa è più indiretto rispetto al suo ruolo legislativo in altri settori, principalmente attraverso la supervisione del bilancio e l’espressione di pareri in risoluzioni. Questa limitata partecipazione formale potrebbe spiegare la frustrazione del Parlamento per essere stato escluso dal processo di adozione del piano “SAFE”.  

    Una significativa controversia è sorta in merito alla proposta della Commissione Europea di utilizzare l’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) come base giuridica per il piano “SAFE”. L’articolo 122 TFUE consente al Consiglio di adottare misure su proposta della Commissione senza il coinvolgimento del Parlamento Europeo, in particolare in situazioni di gravi difficoltà economiche o di grave penuria nell’approvvigionamento di determinati prodotti. Questa scelta è stata criticata da Matteo Mauri (Lega Giovani) e dalla Lega Giovani del Varesotto, che l’hanno definita una “scorciatoia pericolosa” e un’idea “autoritaria di potere” (Richiesta Utente). La Commissione, d’altro canto, sostiene che l’articolo 122 è appropriato data la situazione di sicurezza deteriorata, considerata un “evento eccezionale” con un impatto massiccio sulla fornitura di prodotti essenziali per la difesa. L’utilizzo dell’articolo 122 TFUE da parte della Commissione è quindi giustificato come una misura necessaria per garantire una risposta rapida a una crisi di sicurezza urgente, evitando il potenzialmente lungo processo legislativo che coinvolgerebbe il Parlamento. Questa giustificazione evidenzia una tensione tra la necessità di un’azione rapida in una situazione di crisi e i principi di controllo democratico e di supervisione parlamentare.   
    La Commissione Affari Giuridici (JURI) del Parlamento Europeo ha svolto un ruolo significativo in questa controversia. La commissione JURI avrebbe votato per raccomandare che l’articolo 122 TFUE non sia la base giuridica appropriata per il piano “SAFE”. I deputati europei hanno sollevato argomentazioni come la mancanza di criteri di urgenza e il mancato rispetto del principio di sussidiarietà. Sebbene il parere della commissione JURI non sia vincolante, esso rappresenta la preoccupazione del Parlamento per essere stato escluso dal processo decisionale. L’opposizione della commissione JURI sottolinea le preoccupazioni relative alla legittimità democratica associate all’uso dell’articolo 122 TFUE per un’iniziativa politica significativa e potenzialmente duratura come il piano “SAFE”. Ciò evidenzia un potenziale conflitto tra il ramo esecutivo (Commissione e Consiglio) che privilegia la velocità e l’efficienza, e il ramo legislativo (Parlamento) che enfatizza la responsabilità democratica. Il Parlamento aveva già in precedenza chiesto di limitare l’uso dell’articolo 122 TFUE e di rafforzare il suo ruolo nel processo decisionale sulla gestione delle crisi. La controversia attuale non è quindi un episodio isolato, ma parte di una più ampia preoccupazione all’interno del Parlamento Europeo riguardo al crescente ricorso all’articolo 122 TFUE per misure con effetti a lungo termine, che potenzialmente marginalizzano il ruolo del Parlamento. Questa tendenza suggerisce un potenziale cambiamento nell’equilibrio di potere all’interno delle istituzioni dell’UE durante i periodi di crisi, con l’esecutivo che acquisisce maggiore autonomia.   
    5. Conseguenze Economiche e Sociali dell’Aumento della Spesa Militare sui Giovani Europei:

    L’aumento della spesa per la difesa in Europa potrebbe avere diverse ripercussioni economiche. Potrebbe verificarsi un impulso al Prodotto Interno Lordo (PIL) e al settore della difesa, specialmente se la spesa fosse indirizzata verso armamenti ad alta tecnologia e di produzione regionale. Si potrebbe anche assistere alla creazione di posti di lavoro nel settore della difesa e nelle industrie collegate. Tuttavia, è importante considerare anche i potenziali impatti negativi, come l’effetto moltiplicatore fiscale, che potrebbe risultare limitato. Inoltre, se la spesa fosse finanziata attraverso l’indebitamento, si potrebbe verificare un aumento del debito pubblico. Sebbene una maggiore spesa militare possa offrire benefici economici a breve termine, come la creazione di posti di lavoro in settori specifici, il suo impatto complessivo sulla crescita del PIL potrebbe essere modesto e potrebbe potenzialmente portare a un aumento del debito pubblico. I benefici economici potrebbero non essere distribuiti uniformemente e potrebbero favorire in modo sproporzionato alcune regioni o fasce demografiche, senza affrontare direttamente i problemi di disoccupazione giovanile in termini più ampi.  

    Un aspetto cruciale da considerare sono i potenziali compromessi e i costi opportunità associati all’aumento dei bilanci militari, in particolare in relazione agli investimenti in istruzione, welfare sociale e iniziative volte a sostenere i giovani. Le risorse allocate alla spesa militare potrebbero essere sottratte a settori cruciali come l’istruzione, i programmi per l’occupazione giovanile e i servizi sociali. La priorità data ai bilanci militari rispetto a sanità, istruzione e alloggi potrebbe portare a disaffezione e frammentazione sociale, specialmente tra i giovani. Potrebbe anche verificarsi un impatto sulla coesione sociale e sull’equità intergenerazionale se l’aumento della spesa militare avviene a scapito degli investimenti nel futuro dei giovani. L’aumento della spesa militare potrebbe quindi creare un significativo costo opportunità, deviando risorse da investimenti che beneficiano direttamente le prospettive future dei giovani, portando potenzialmente a svantaggi sociali ed economici. La richiesta dell’utente menziona specificamente il compromesso tra spesa militare e investimenti in istruzione e occupazione giovanile, indicando una preoccupazione centrale riguardo all’allocazione delle risorse e al suo impatto sulle giovani generazioni.   
    Per quanto riguarda l’occupazione giovanile, l’aumento della spesa militare potrebbe avere impatti diretti e indiretti. Sebbene alcuni posti di lavoro possano essere creati nel settore della difesa, è dubbio che ciò sia sufficiente a risolvere i più ampi problemi di disoccupazione giovanile in Europa. Investimenti in altri settori come l’istruzione, le tecnologie verdi o le infrastrutture digitali potrebbero offrire opportunità di lavoro più sostenibili e diffuse per i giovani. La creazione di posti di lavoro nel settore della difesa potrebbe non essere una panacea per la disoccupazione giovanile, e una strategia di investimento più diversificata, focalizzata su industrie orientate al futuro, potrebbe essere più vantaggiosa a lungo termine. Le competenze richieste per il settore della difesa potrebbero non coincidere con le competenze e le aspirazioni di tutti i giovani, e fare eccessivo affidamento su questo settore per la creazione di posti di lavoro potrebbe creare squilibri nel mercato del lavoro.   
    Tabella 1: Confronto della Spesa Pubblica dell’UE (2023)
    Categoria % della Spesa Pubblica Totale % del PIL
    Difesa 2.7% 1.3%
    Istruzione 9.4% 4.8%
    Protezione Sociale 39.6% 20.3%
    Sanità 15.0% 7.7%

     

    Questa tabella fornisce un’istantanea chiara di come la spesa per la difesa si confronti con altre aree chiave della spesa pubblica nell’UE, evidenziando la relativa priorità data ai diversi settori. Ciò risponde direttamente alla preoccupazione dell’utente riguardo all’equilibrio tra spesa militare e investimenti nel welfare sociale e nell’istruzione.

    6. Prospettive Giovanili e Visioni Alternative per il Futuro dell’Europa:

    I giovani europei esprimono una chiara priorità per la pace, la libertà e il lavoro, come evidenziato nella richiesta dell’utente. Le loro opinioni e priorità in merito alla pace, alla sicurezza e al futuro del continente sono state oggetto di diverse indagini. Sondaggi come l’Eurobarometro indicano che, sebbene la sicurezza sia una preoccupazione per i giovani europei, le loro priorità si estendono oltre la forza militare, comprendendo la stabilità economica, il benessere sociale e un ambiente internazionale pacifico. Essi riconoscono i punti di forza dell’UE, come la libertà di movimento e l’impegno per la democrazia. I giovani dimostrano anche un interesse per la partecipazione politica e hanno opinioni su quali forme di impegno civico siano più efficaci. Sebbene la sicurezza sia una loro preoccupazione, le priorità dei giovani europei vanno probabilmente oltre la sola forza militare, includendo la stabilità economica, il benessere sociale e un ambiente internazionale pacifico. La richiesta dell’utente menziona esplicitamente il desiderio dei giovani di pace e lavoro, suggerendo che potrebbero percepire l’attuale attenzione al riarmo come potenzialmente dannosa per questi obiettivi.  

    Esistono approcci alternativi alla politica estera europea che privilegiano la diplomazia, la cooperazione internazionale e la risoluzione pacifica dei conflitti. L’UE dispone già di strumenti diplomatici e pone l’accento sulla diplomazia e sul rispetto delle norme internazionali. L’UE svolge un ruolo significativo nella cooperazione internazionale, nell’aiuto umanitario e nella cooperazione allo sviluppo. Inoltre, l’UE è impegnata nella prevenzione dei conflitti, nella mediazione e nella costruzione della pace. L’UE possiede già una serie di strumenti diplomatici e di cooperazione che potrebbero essere ulteriormente enfatizzati come alternative o complementi a una politica estera focalizzata esclusivamente sull’aspetto militare. La richiesta dell’utente menziona specificamente la diplomazia come un’alternativa preferibile alle armi, in linea con l’impegno dichiarato dell’UE per la risoluzione pacifica dei conflitti.   
    I movimenti e le organizzazioni giovanili svolgono un ruolo importante nel dibattito sul futuro dell’Europa e sulle politiche di difesa. Essi promuovono la pace, i diritti umani e la giustizia sociale. Iniziative come il Dialogo Politico dell’UE con i Giovani mirano a integrare le prospettive giovanili nell’elaborazione delle politiche. Le organizzazioni giovanili possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere il dialogo, sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere politiche alternative. Le organizzazioni giovanili possono agire come voci importanti nel plasmare il dibattito sul futuro dell’Europa, sostenendo le loro priorità e chiedendo conto ai responsabili politici. La richiesta dell’utente stesso proviene da un’organizzazione politica giovanile, evidenziando il ruolo attivo dei giovani in questa discussione.   
    7. Conclusioni e Raccomandazioni:

    L’analisi presentata evidenzia una tensione significativa tra la spinta dell’Unione Europea verso il riarmo, esemplificata dal piano “SAFE”, e le aspirazioni dei giovani europei per un futuro di pace, libertà e lavoro. La controversia sulla base giuridica del piano “SAFE”, in particolare l’uso dell’articolo 122 TFUE, solleva importanti questioni di trasparenza e responsabilità democratica, dato il limitato coinvolgimento del Parlamento Europeo. Sebbene un aumento della spesa militare possa avere alcune ricadute economiche positive a breve termine, come la creazione di posti di lavoro nel settore della difesa, i potenziali costi opportunità in termini di investimenti in istruzione, occupazione giovanile e welfare sociale potrebbero compromettere le prospettive future dei giovani.

    Per conciliare queste diverse esigenze e aspirazioni, si raccomandano i seguenti interventi ai responsabili politici dell’UE:

    • Maggiore Trasparenza e Controllo Democratico: È fondamentale garantire un maggiore coinvolgimento del Parlamento Europeo nelle decisioni relative alla politica di difesa e all’uso di procedure di emergenza come l’articolo 122 TFUE. Ciò rafforzerebbe la legittimità democratica di tali iniziative e assicurerebbe che le preoccupazioni dei cittadini siano adeguatamente rappresentate.
    • Strategia di Investimento Equilibrata: È necessario adottare un approccio equilibrato che privilegi gli investimenti in istruzione, occupazione giovanile e servizi sociali parallelamente alla spesa per la difesa. Ciò garantirebbe che le esigenze e le prospettive future dei giovani non siano sacrificate in nome del riarmo.
    • Priorità alla Diplomazia e alla Risoluzione dei Conflitti: L’UE dovrebbe continuare a rafforzare il suo ruolo come attore globale impegnato nella diplomazia, nella cooperazione internazionale e nella risoluzione pacifica dei conflitti. Questi approcci alternativi alla politica estera possono contribuire a creare un ambiente più sicuro e stabile a lungo termine.
    • Coinvolgimento Significativo dei Giovani: È essenziale istituire meccanismi più efficaci per coinvolgere i giovani e le loro organizzazioni nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’UE, comprese quelle relative alla sicurezza e alla difesa. Le loro prospettive e priorità devono essere prese in seria considerazione.
    • Visione a Lungo Termine per la Sicurezza Europea: È necessario promuovere una discussione più ampia e inclusiva sulla visione a lungo termine della sicurezza europea, che vada oltre il rafforzamento militare e affronti le cause profonde dei conflitti e dell’instabilità, tenendo conto delle prospettive delle generazioni future.

    In conclusione, è imperativo che l’Unione Europea consideri attentamente le aspirazioni e le necessità dei giovani europei nel definire la sua direzione futura. Un approccio che bilanci le esigenze di sicurezza con gli investimenti nel futuro dei giovani e con un forte impegno per la pace e la diplomazia sarà fondamentale per costruire un’Europa prospera, libera e sicura per tutti.

    Post Views: 135
    Lega RiARMO SAfe
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email WhatsApp
    Giuseppe Criseo

    Related Posts

    Accoltellamento a Varese, la Lega attacca il Sindaco

    Accoltellamento a Varese, la Lega attacca il Sindaco

    Monti (Lega): “Basta degrado e violenza a Varese

    Beko: Accordo storico a Cassinetta, Monti (Lega) esulta

    Monti (Lega): “Basta degrado e violenza a Varese

    Sicurezza fuori controllo a Varese

    SUPPORTA VARESE PRESS

    About

    Testata registrata presso il Tribunale di Busto Arsizio n. 1/2015
    Direttore responsabile: Fausto Bossi
    Editore: Giuseppe Criseo
    email: redazione@varesepress.info

    Facebook Twitter Instagram YouTube LinkedIn TikTok Telegram RSS
    Copyright © 2025 ThemeSphere.
    • Home
    • Pubblicità
    • Contattaci

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Cleantalk Pixel