La nuova vita (del Trasporto Pubblico Locale) ai tempi del Coronavirus

La nuova vita (del Trasporto Pubblico Locale) ai tempi del Coronavirus

COMITATI DEI PENDOLARI E DEI VIAGGIATORI DEL TPL DELLA LOMBARDIA

La nuova vita (del Trasporto Pubblico Locale) ai tempi del Coronavirus.Dopo diverse settimane di blocco di tue le attività non essenziali, Governo e Regioni annunciano che siamo ormai prossimi all’avvio della cosiddetta fase 2 di “coesistenza” col COVID 19, quale inizio del progressivo ritorno alla normalità.

Per quanto riguarda il Trasporto Pubblico, fioriscono ipotesi e richiami a ‘cabine di regia’, che ci auguriamo composte da persone competenti e, soprattutto, che siano in grado di programmare i servizi in modo da poter raggiungere le attività riaperte garantendo la giusta disponibilità di mezzi ed in sicurezza.Al di là del giusto interrogativo sui modi e sui tempi della riapertura, al quale la politica non ci ha ancora dato delle risposte chiare, è indubbio che sui mezzi pubblici dovranno essere garan-te senza eccezioni le medesime regole di “distanziamento sociale” come nei luoghi di lavoro e, in par-colare, che la capacità offerta sui mezzi di trasporto pubblico sia coerente con le ipotesi che circolano di scaglionamento degli ingressi e di estensione dell’arco lavorativo.Sappiamo che ciò non è avvenuto nei primi giorni di emergenza sanitaria, a causa di grossolani errori nella programmazione dei servizi, sia urbani che extraurbani, e quindi ci auguriamo che gli Enti Regolatori, ed in primis Regione Lombardia, mettano in chiaro le dovute azioni di controllo sui Gestori dei servizi per evitare che si ripetano situazioni che mettano in pericolo la salute dei viaggiatori.

Sia chiaro che, in questa situazione, sia imprescindibile che debba essere garantito il 100% delle corses ull’intero arco del servizio giornaliero e se/manale.Invece, leggiamo sul Giorno del 17 aprile scorso che, in un’intervista all’AD di Trenord Piuri, si parla di passare a maggio dal 40% auale al 60% del volume di servizio, a fronte di un coefficiente di occupazione ridotta al 40% della capienza. Ciò significa che i pendolari si troverebbero ad avere, di fatto, una riduzione dei pos- offer- a meno di un quarto, sui medesimi treni ove in tempi normali si superava frequentemente –e di molto – la capacità. Ci domandiamo con quale consapevolezza sui numeri effettivamente in gioco l’AD di Trenord faccia simili affermazioni, ma anche cosa ne pensino il Presidente Fontana, così frettoloso nel voler “ripartire”, e l’assessore Terzi.

Ci teniamo pertanto a sottolineare due cose.Innanzitutto quanto siano fondate le s-me dell’AD di Trenord sulla riduzione di capienza, in par-colare se consideri i viaggiatori in piedi. Altre soluzioni basate sulla distanza di un metro riducono la capacità dei mezzi,treni ma anche autobus, a un quarto e ad un quinto del valore nominale, ovvero della metà di quanto dicePiuri, per cui non vorremmo che avesse fao i con- senza l’oste.Ma soprattutto non deve passare il concetto che sia Trenord a decidere, dando tuo per pacifico e scontato, quanta percentuale dell’Azienda debba essere ria
vata o meno, visto che Trenord è un fornitore di servizi la cui -titolarità è in capo a Regione Lombardia, la quale è allo stesso tempo responsabile delle modalità di attuazione della “fase 2”.Ma, anche con l’ipotesi o mis-ca di Piuri, ci chiediamo ad esempio chi e come garan-rà l’accesso ordinato ai treni, quanto questo accesso influirà su eventuali ritardi, e soprattutto come verrà rivisto l’orario a fronte di una probabile espansione degli orari di lavoro verso le prime ore del mattino e le ultime della sera.

Questo  ultimo aspetto richiederà più servizi in un arco più grande della giornata: e allora quel 60%potrebbe risultare, anzi con tua evidenza lo sarà per certo, s-mato per difeo. Non tuo sarà smartworking, non tuo si potrà spostare di fascia oraria: potremmo trovarci a dover ges-re il problema del distanziamento sociale ancora nelle vecchie fasce di punta, almeno finché non vi sarà un nuovo paradigma di vita.Chiediamo quindi che il diba
to non avvenga solo nelle chiuse stanze del potere, ma si apra al dialogo conla possibilità, da parte nostra, di integrare con le nostre informazioni, conoscenze e competenze di prima mano o raccolte dai Viaggiatori della rete lombarda, quanto si sta avviando per programmare un futuro al TPL.L’invito, ancora una volta, lo facciamo a Regione Lombardia: siamo la voce dell’ultimo miglio, ascoltiamo quotidianamente i nostri rappresenta-, ne raccogliamo le speranze ma anche le legittime Paure.

 Come rappresentanti dei Viaggiatori e Comitati Lombardi, sappiamo e vogliamo dire la nostra.

RAPPRESENTANTI DEI VIAGGIATORI E REFERENTI DEI COMITATI PENDOLARI LOMBARDI

Milano, 20 aprile 2020