Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS. In Italia, nuove diagnosi di HIV in calo ma non azzerate
L’Italia si conferma al di sotto della media europea per quanto riguarda l’incidenza di nuove diagnosi di HIV. Nel 2022, sono stati registrati 1.888 nuovi casi, pari a un’incidenza di 3,2 casi per 100.000 residenti.
Giornata Mondiale. L’incidenza è in costante diminuzione dal 2012, con un lieve incremento negli ultimi due anni post-pandemia.
Questo incremento è probabilmente dovuto al fatto che, durante la pandemia, i medici erano impegnati con l’emergenza COVID-19 e, quindi, le denunce di nuovi casi non sono state tutte comunicate.
L’incidenza maggiore di nuove diagnosi viene ravvisata nel range 30-39 anni, contro una fascia d’età compresa tra i 25 e i 29 anni riscontrata fino al 2019.
Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS. La preponderanza delle diagnosi attribuibili alla trasmissione sessuale rimane invariata.
La ricerca scientifica ha raggiunto traguardi importanti, rendendo possibile alle persone affette da HIV di vivere un’esistenza dignitosa.
Vita grazie a terapie antiretrovirali che non impattano gravemente sull’organismo e che causano minimi effetti collaterali.
Relativamente ai casi di AIDS, l’anno scorso si sono registrate 403 nuove diagnosi, risultanti in un’incidenza pari allo 0,7% ogni 100.000 residenti.
Dall’anno in cui l’AIDS venne diagnosticato per la prima volta in Italia (1982) al 31 dicembre 2022, i casi totali notificati nel Bel Paese sono stati 72.556.
Anche in questo caso, l’età mediana è salita: si è passato dai 40 anni per gli uomini e 36 per le donne, agli attuali 46 e 44.
Conclusioni
L’incidenza di nuove diagnosi di HIV in Italia è in costante diminuzione, ma non è ancora azzerata.
È importante continuare a sensibilizzare la popolazione sui rischi della trasmissione dell’HIV e sulle modalità di prevenzione.
La dottoressa Menzaghi:
“Nel corso dei decenni le terapie sono diventate molto più semplici ed efficaci: addirittura da circa un anno si possono utilizzare nuovi agenti long acting
ovvero iniezioni che vengono fatte ai pazienti ogni due mesi senza che si debba assumere altro. Per il futuro, la ricerca sta lavorando a farmaci che consentiranno di effettuare iniezioni ogni sei mesi”.
Quali le possibilità di vivere un rapporto normale per le coppie sierodiscordanti?
Le coppie sierodiscordanti, ovvero composte da un partner positivo e uno negativo, all’inizio erano obbligate ad avere rapporti solo protetti.
Adesso, dopo anni di studio, si ha la consapevolezza che nei pazienti che hanno carica negativa da più di sei mesi, il rischio di trasmissione per via sessuale è azzerato.
Possono dunque vivere una relazione assolutamente normale”
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