Dopo l’arresto alle 8 e 20 di ieri mattina il boss siciliano ha passato la notte in un carcere di massima sicurezza
La notte in un carcere di massima sicurezza
I militari inizialmente hanno portato il boss nella caserma dei Carabinieri San Lorenzo e poi lo hanno spostato in un carcere di massima sicurezza per passare la notte.
I militari lo hanno trasferito con un volo speciale partito dall’aeroporto militare Boccadifalco.
Il suo arresto era avvenuto alle 8 e 20 di ieri 16 gennaio all’interno della clinica Maddalena di Palermo dove era in cura per un tumore.
Il boss aveva trascorso gli ultimi trent’anni in latitanza.
Il Procuratore capo Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido nei prossimi giorni lo interrogheranno nella sua nuova residenza.
Il covo
Nel frattempo, durante la notte, i carabinieri del Ros hanno individuato il covo dove abitava il boss prima dell’arresto.
Il covo si trova a Campobello di Mazara, nel trapanese, lo stesso paese di Giovanni Luppino, il commerciante di olive che lo accompagnava e che è finito in manette.
Il procuratore aggiunto Paolo Guido ha coordinato le ricerche che hanno condotto al nascondiglio di Messina Denaro che si troverebbe proprio nel centro abitato.
La perquisizione dei locali è durata tutta la notte e il procuratore aggiunto ha partecipato direttamente alle operazioni.
Giovanni Luppino, l’uomo che ha accompagnato in auto il boss alla clinica e che è stato arrestato con lui, gestiva un centro per l’ammasso delle olive.
Andrea Bonafede
Il boss latitante aveva assunto l’identità di Andrea Bonafede, geometra 59enne di Campobello di Mazara.
Utilizzava una carta di identità apparentemente autentica, con la sua foto e i suoi dati personali (alto 1.78, calvo con gli occhi castani).
Il documento era stato emesso l’8 febbraio 2016 e sarebbe scaduto il 23 ottobre del 2026.
Matteo Messina Denaro con quella nuova identità avrebbe ricevuto tre vaccinazioni a Castelvetrano, suo paese di origine.
Il boss di Castelvetrano (alias Andrea Bonafede) si era operato circa un anno fa per un tumore al colon diagnosticato nel 2020.
Da allora si sottoponeva a chemioterapia nella clinica privata La Maddalena di Palermo
Da un serie di intercettazioni telefoniche dei famigliari gli investigatori avevano capito che il super latitante era gravemente malato e si stava curando.
Hanno cominciato a cercare nei database sanitari una figura di paziente oncologico con un’età compatibile a quella di Messina Denaro.
Tra i nomi presi in considerazione c’era quello di Andrea Bonafede di Campobello di Mazara.
La malattia
Dai database risultava che il paziente Bonafede si era sottoposto circa un anno fa ad un intervento nella clinica Maddalena di Palermo.
E hanno fatto bingo perché il giorno in cui il paziente Bonafede risultava sotto i ferri in clinica per l’intervento, il vero Andrea Bonafede era a casa sua a Campobello di Mazara.
Da questo sono partite indagini serrate.
E quando i carabinieri del ROS hanno accertato ora e luogo in cui il paziente Bonafede avrebbe dovuto sottoporsi a chemioterapia lo hanno aspettato.
Quando è arrivato e si è messo in fila per fare il tampone lo hanno fermato.
Il paziente Bonafede, resosi conto della trappola, ha tentato una breve e inutile fuga.
Poi i militari lo hanno affrontato chiedendo “Scusi, lei è Matteo Messina Denaro?” e il paziente Bonafede gli risponde “Sono io Matteo Messina Denaro”