Una coppia di Italiani a Busto Arsizio è finita ai domiciliari perché si faceva pagare per fornire false certificazioni ai clandestini
False certificazioni per clandestini a Busto Arsizio
I due, lo scorso 13 ottobre, sono finiti agli arresti domiciliari e la loro attività di produzione di false certificazioni per clandestini è stata stoppata.
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Busto Arsizio ha emesso l’ordinanza che la Polizia di Stato ha poi eseguito.
Il magistrato ha ipotizzato per loro il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Gli agenti del Commissariato hanno svolto le indagini, con il coordinamento della Procura, e hanno scoperto un meccanismo per regolarizzare illegalmente gli stranieri.
I due protagonisti della vicenda sono un pregiudicato residente in zona e l’ex titolare di un’agenzia di pratiche per stranieri.
La sanatoria 2020
Per ottenere i permessi di soggiorno i due facevano ricorso al Decreto-Legge dl 2020 che dava la facoltà ad alcuni datori di lavoro di dichiarare un preesistente rapporto di lavoro in nero con uno straniero.
Erano prevalentemente rapporti di lavoro come colf o badante.
Per invocare quel decreto bastava presentare una domanda e, esibendo la ricevuta della presentazione effettuata, il finto lavoratore straniero diventava automaticamente non espellibile.
Il meccanismo prevedeva che, se il falso rapporto fosse stato sanato, il lavoratore avrebbe maturato il diritto ad ottenere il permesso di soggiorno per lavoro.
Poi, anche se il rapporto di lavoro cessava subito dopo, lo straniero conservava comunque diritto a un permesso di soggiorno per attesa occupazione.
La copia collegava stranieri irregolari e italiani compiacenti combinando finti rapporti di lavoro come colf o badanti per poter usufruire dei vantaggi della cosiddetta “sanatoria 2020”.
Nel fare questo però immischiavano anche italiani compiacenti che però non avevano i minimi requisiti patrimoniali necessari, anzi talvolta erano anche percettori del reddito di cittadinanza.
Le indagini effettuate da Polizia e Procura hanno individuato e documentato almeno 14 episodi illeciti riguardanti stranieri di nazionalità egiziana.