A Varallo Pombia in frazione Cascinetta alle 12.45 c’è stata una esplosione in casa che ha causato gravi lesioni ad un 35enne
Esplosione in casa a Varallo Pombia
L’uomo stava cucinando quando è avvenuta l’improvvisa esplosione in casa, probabilmente causata dallo scoppio di una conduttura del gas.
Al momento della violentissima deflagrazione il 35enne stava cucinando e aveva una pentola a pressione sul fornello.
Un’ambulanza del 118 della Croce Rossa di Arona, i Vigili del Fuoco e una pattuglia di Carabinieri di Castelletto Sopra Ticino sono intervenuti celermente sul luogo dell’esplosione.
Successivamente è giunto anche un elicottero dell’elisoccorso proveniente dalla base di Borgosesia che ha provveduto al trasferimento a Torino del ferito in codice rosso.
L’esplosione lo ha colpito in pieno e gli ha provocato gravissime lesioni ed è stato ricoverato in prognosi riservata al Centro traumatologico e ortopedico di Torino.
Il 35enne non sarebbe comunque in pericolo di vita, anche se i medici si sono riservati la prognosi.
La violenta deflagrazione, che si è sentita anche a grande distanza, è avvenuta verso le 12.45 del 13 gennaio in frazione Cascinetta.
La rete distributiva
In Italia ogni anno si verificano quasi 160 incidenti legati al gas e la stragrande maggioranza avviene in ambito domestico.
La rete di distribuzione nel nostro paese si estende per oltre 265 mila chilometri di tubi ed è gestita da circa 200 operatori diversi.
Italgas è il maggior operatore operatore seguito da
2i, A2A, Hera e Snam rete gas che gestisce quasi per intero la rete di trasporto del gas naturale all’ingrosso.
Sulla sicurezza anche i Comuni giocano un ruolo fondamentale, ma la stragrande maggioranza degli incidenti avviene in ambito domestico.
I comuni possono segnalare o contestare eventuali rischi o pericoli legati alla posa delle tubature.
Quello che forse manca, nel nostro paese, è un ente nazionale che si occupi in particolare del “rischio gas”, ma anche una mappa aggiornata delle condutture di trasporto.
Purtroppo la rete distributiva, come tutte le altre infrastrutture del nostro paese, è molto datata e poco manutenzionata.
Manca anche un monitoraggio costante, organizzato e centralizzato e i controlli spesso diventano un rebus.