Gallarate: “le baruffe chiozzotte” per “fare” il sindaco e il grande vecchio

Gallarate entra nell’atmosfera delle elezioni del sindaco e cominciamo zuffe e polemiche sugli schieramenti, sul “chi sta con chi” e perché.

Gallarate: “le baruffe chiozzotte” per “fare” il sindaco e il grande vecchio
“le baruffe chiozzotte” per “fare” il sindaco e il grande vecchio

Gallarate entra nell’atmosfera delle elezioni del sindaco e cominciamo zuffe e polemiche sugli schieramenti, sul “chi sta con chi” e perché.

Due compagni di aula nello scorso consiglio regionale, ora non più, Marco Tizzoni con il suo brand “Gente di...” e Luca Daniel Ferrazzi con i suoi “Ferrazziani”, si schierano a favore di Sonia Serati ed è subito rissa.

I protagonisti della civica “Gente di Gallarate” che nella scorsa tornata amministrativa avevano fortemente sostenuto Andrea Cassani e non si erano aggiudicati un consigliere per una manciata di voti, non ci stanno.

“Gente di Gallarate” era ed è per Cassani Sindaco sostengono gli attivisti gallaratesi che non ci pensano minimamente a sostenere Sonia Serati, anzi stanno già scaldando i motori per le elezioni autunnali certi di riconfermare l’attuale Sindaco.

Ma come fare?  Il brand “Gente di…” nell’alto milanese è storicamente e credo anche giuridicamente legato alla persona di Marco Tizzoni e forse la controversia di questi giorni potrebbe solo infastidire un elettorato già poco interessato alla politica e ai politici visti come estranei alle realtà e legati prevalentemente a incarichi e prebende.

Cassani alle precedenti elezioni vinse il ballottaggio con circa due mila voti di margine su circa quarantamila disponibili (10.311 contro 8.356 su 40.364 disponibili) e quindi serve tutto e bisogna marcare con forza il territorio.

In questi cinque anni però molte cose sono cambiate, la “Lega Nord per l’indipendenza della Padania“ non esiste più e il suo posto è stato preso dai fan club di Salvini mentre il fan club di Giorgia, che ha sostituito i gloriosi Fratelli d’Italia, sta diventando il primo partito a livello nazionale e il partito azienda di Berlusconi (che fu il primo a inventare la formula dei fan club) si è decomposto e ha distribuito i suoi eletti a destra e a manca.

La sinistra intanto è rimasta invariata: confusa e in ordine sparso con una miriade di sigle e siglette che sgomitano per farsi spazio e frantumare una potenziale forza d’urto, alla ricerca disperata di battaglie perse che portano a un inevitabile astensionismo.

Con tutta questa confusione a me pare che la selezione la fanno i “pacchetti di voti” personali, quelli che fanno la differenza nel conteggio delle preferenze, quelli che servono per diventare sindaco!

Pacchetti di voti che sono saldamente nelle mani degli storici protagonisti della politica locale e in particolare del grande vecchio, momentaneamente caduto in disgrazia, dell’uomo a cui tante tantissime persone a Gallarate, ma anche in tutti i comuni della provincia, devono tutto: carriera, posizione, stipendio, incarichi, visibilità…

Alcuni avranno la memoria corta, ma la maggior parte non può dimenticare e stai a vedere che alla fine sarà proprio ancora e come sempre negli ultimi anni, il grande vecchio a spostare gli equilibri e a benedire il nuovo sindaco di Gallarate.

Fabrizio Sbardella