Ivrea è la capitale italiana del libro 2022. Anche il Castello di Masino ha collaborato alla candidatura della città, in virtù della stretta relazione che i Beni FAI intessono con i territori.
Il 16 febbraio scorso il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha annunciato che sarà Ivrea (TO) la capitale italiana del libro nel 2022.
Un traguardo importante per la città piemontese, patrimonio Unesco, che segna l’avvio di una nuova fase per tutto il territorio che la circonda. Le motivazioni espresse dalla Commissione ministeriale pongono l’accento proprio sulla «capacità di mettere in rete le molteplici energie del territorio, di aprirsi alla dimensione internazionale e proporsi come luogo dove si immagini il futuro del libro e della lettura».
Il Castello di Masino poco distante da Ivrea capitale italiana del libro
Ivrea, fulcro storico del Canavese, si trova a una dozzina di chilometri dal millenario Castello di Masino. Immerso in un grande parco monumentale, è stato dimora sontuosa di una delle casate più illustri piemontesi. In virtù di questa prossimità, il Bene FAI ha collaborato a sostenere la candidatura della città a capitale italiana del libro.
Il Castello di Masino è sottoscrittore del Patto Locale per la Lettura della Città di Ivrea. Si tratta di un documento di indirizzo, volto a sostenere una rete territoriale della lettura. Da marzo a dicembre 2022 inaugurerà una nuova Sala Lettura e organizzerà visite guidate e letture ad alta voce per bambini e ragazzi.
Partendo dal prezioso patrimonio custodito tra gli scaffali e gli archivi della Biblioteca, il Castello di Masino inviterà alla discussione su alcuni grandi temi del contemporaneo. Come quello stimolato dagli antichi codici miniati per indagare il rapporto tra lettura e immagine, oggi più che mai attuale.
Quasi 25.000 voluti conservati al Castello di Masino
La vocazione culturale del Bene è centenaria e ben testimoniata dalla Biblioteca Storica che qui conserva oltre 25.000 volumi antichi e moderni. I conti di Masino ebbero la grande capacità di non intaccare mai nel tempo il valore del loro patrimonio librario e lo conservarono sempre integro attraverso i secoli. La raccolta annovera rari e preziosi volumi come, ad esempio tre copie originali de L’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, spunto per un confronto con le moderne forme di sapere, a cominciare da Wikipedia.
«L’attenzione alle nuove dimensioni digitali dell’esperienza culturale rappresenta un elemento di forza che sarà messo a disposizione non solo della comunità locale». Continua la Commissione ministeriale nelle motivazioni.
Per questo Ivrea, la città che Adriano Olivetti aveva eletto a laboratorio del futuro, con la sua straordinaria eredità culturale e tecnologica potrà diventare fonte di ispirazione all’altezza dei nostri tempi.