Busto Arsizio, don Claudio Burgio ha incontrato gli studenti ACOF
IL MESSAGGIO DI DON CLAUDIO BURGIO AGLI STUDENTI ACOF
«SE SENTITE DISAGIO, TROVATE LA FORZA DI CHIEDERE AIUTO»
Il cappellano del carcere Beccaria ha incontrato un centinaio di ragazzi degli Istituti superiori Olga Fiorini e Marco Pantani, portando il suo slogan: «Non esistono ragazzi cattivi». Una mattinata coinvolgente e ricca di riflessioni, parlando di legalità, pericoli, solitudini e riscatto, ma anche di trapper e talenti. La scuola diretta da Mauro e Cinzia Ghisellini ha deciso di offrire un sostegno alla comunità Kayros: «Ci accomuna il desiderio di proteggere i giovani, specie i più fragili».
BUSTO ARSIZIO – Ha parlato di legalità, ma anche di cantanti trapper che tanto piacciono ai ragazzi e che lui in qualche caso ha conosciuto bene, quand’erano piccoli delinquenti giudicati irrecuperabili. Ha ragionato sullo sballo e sulle immense solitudini che generano confusione in una società inaridita dai social. Ha scavato nel disagio che accompagna sempre di più le nuove generazioni, indicando però loro la strada per risollevarsi.
È stata intensa e seguitissima la tappa in ACOF di don Claudio Burgio, il cappellano del “Beccaria” e fondatore della comunità Kayros, che ha parlato a un centinaio di studenti degli Istituti Olga Fiorini e Marco Pantani. Un evento, questo, inserito nel progetto “Legalità & Sicurezza” coordinato dalla professoressa Stefania Francone e curato nell’occasione dal docente di religione Pietro Silanos, il quale ha fortemente voluto che quello che ha sempre considerato un suo maestro potesse portare un messaggio positivo ai suoi allievi.
«Io ripeto sempre che non esistono ragazzi cattivi», ha spiegato don Burgio. «Anche quando i reati minorili sono tanti, partendo da rapine, furti e spaccio, resto convinto che esista per tutti i giovani una cura, ed è la capacità di ascoltare e di farsi ascoltare». Il sacerdote, impegnato in prima linea su questa emergenza (e che spesso ha ragionato sul preoccupante fenomeno delle baby gang), ha descritto le nuove generazioni in un contesto di complessità estreme. «Viviamo in un mondo che rischia di riempirsi di tante solitudini, che esplodono in rabbia. Invece in ciascuno di voi giovani c’è la possibilità di scoprire i talenti nascosti che tutti possediamo. Non c’è una mela marcia se i semi restano buoni».
Nel suo discorso, don Burgio ha soprattutto rivolto ai ragazzi un invito a non isolarsi mai, neppure nei momenti neri: «Può capitare a tutti di sentirsi persi e incompresi. Ma se vi trovate in difficoltà, non chiudetevi in voi stessi. Se sentite un disagio, non smettete di cercare ascolto. Cercate fra gli adulti un punto di riferimento, qualcuno che capisca senza giudicarvi e possa aiutarvi a riprendere il vostro cammino».
A completamento dell’incontro, il cappellano del carcere minorile milanese ha anche incontrato Mauro e Cinzia Ghisellini, direttori di ACOF, confrontandosi su un impegno parallelo nel cercare di aiutare i giovani, specie i più fragili, a crescere. E la scuola bustese ha anche voluto offrire un aiuto ai progetti di Kayros.