Casciago: festa Patronale di Sant’Eusebio
Casciago: festa Patronale di Sant’Eusebio
La parrocchia di Sant’Eusebio in festa, ricorre in questi giorni il Santo Patrono.
Sant’Eusebio di Vercelli, la cui festa liturgica è il 2 agosto.
La Comunità Pastorale Sant’Eusebio comprende le parrocchie di Casciago, Luvinate e Morosolo.
Saranno diversi gli appuntamenti che accompagneranno questi giorni di festa, momenti religiosi ed anche momenti conviviali con stand gastronomico.
Il programma della festa.
15 e 16 luglio
- serate organizzate dalla Società Mutuo Soccorso di Casciago
- sabato 15 luglio cena a base di tagliatelle al cinghiale e arrosticini
- domenica 16 luglio apericena con gnocco fritto e tante altre specialità
22 luglio
- dalle ore 19.00 serata “Pulled Pork” organizzata dalla Pro Loco di Casciago con il gruppo “Bidone”
LA FESTA
29 luglio
- Stand gastronomico aperto dalle ore 19.00 con grigliata preparata dal gruppo “Altrimenti ci Rubbiamo”
31 luglio
- alle ore 9.00 tradizionale fiaccolata con partenza dal piazzale della chiesa di Casciago
- alle ore 21.00 momento di preghiera con accensione del pallone (rito del faro) in onore del Santo Patrono
1 agosto
- Sante Messe alle ore 6.30, 8.30 e 10.30
- alle ore 18.30 Benedizione delle barelle.
Storia della Chiesa Parrocchiale.
I primi documenti che riguardano la chiesa di Sant’Eusebio risalgono alla metà del 1056. Pur ignorando chi fossero i promotori ed i finanziatori della costruzione dell’edificio, certo è che la chiesa rientrò sotto il governo della comunità locale: infatti un documento del 1170 attesta la vendita fatta da due possidenti il cui corrispettivo fu destinato, appunto, alla chiesa di Sant’Eusebio.
Conserva dell’antica costruzione romanica il campanile snello e slanciato, scandito da larghe lesene che incorniciano cinque specchiature sormontate da serie di archetti pensili, similmente alla torre di San Pietro di Gemonio[1].
Ulteriori e più completi documenti risalgono all’epoca del concilio di Trento: infatti è documentata la prima visita pastorale delegata a G.B. Carcano, arciprete di Monza effettuata, ne 1567; due anni dopo il gesuita padre Leonetto Chiavone precisava, in un suo documento, le misure della navata (5,95 x 8,93 m) e sottolineava lo stato di parziale dissesto della facciata e dell’abside, e segnalava l’inizio della costruzione della sagrestia.
La visita di San Carlo Borromeo.
San Carlo Borromeo visitò personalmente la chiesetta nel 1574, e nel 1581 il visitatore generale mons. Antonio Seneca, rilevando il perdurare del dissesto e la mancanza della costruenda sagrestia ordinò, tra l’altro, di riparare, intonacare e rinnovare gli affreschi dell’abside; di intonacare le pareti; di fornire la chiesa di acquasantiera con piedistallo; di ampliare le finestre.
Gli ordini di monsignor Seneca non furono immediatamente ottemperati: infatti l’arcivescovo Federico Borromeo, nel 1612, documentò che solo allora si stava dando inizio ad un sostanziale rinnovamento. Infatti si stava costruendo un nuovo presbiterio e le pareti, sebbene intonacate all’interno, all’esterno apparivano ancora rustiche; il pavimento era stato accomodato, ma le finestre non erano ancora state ampliate.
Allora l’arcivescovo Borromeo ordinò che il presbiterio avesse forma rettangolare e che la navata fosse coperta da una volta. Ma ancora nel 1637, durante una visita del cardinal Monti, si registrò come i lavori fossero ancora in corso, compresa la persistente mancanza della sagrestia, e si ribadirono quindi gli ordini precedenti.
Visita del cardinal Federico Visconti.
Gli atti preparatori alla visita del cardinal Federico Visconti, datata 1687, rilevarono il nuovo presbiterio rettangolare e la copertura a volta della navata, ma denotarono ancora la mancanza della sagrestia. Pur avendo notizia di altre cronache risalenti al 1732 e 1742.
L’ultima descrizione significativa risale alla visita del cardinal Pozzobonelli nel 1755, che attestò le pareti intonacate a stucco, il pavimento, anche del presbiterio, di sabbia mista a calce, gli accessi muniti di porte lignee e la presenza di due acquasantiere; la cappella maggiore rialzata di due gradini e la costruzione avvenuta della sagrestia.
Ornamenti attuali.
Gli ornamenti attuali della facciata con lesene (pilastri lievemente sporgenti dal muro) cornici e frontone si possono datare intorno al 1787, quando una cronaca giornalistica dell’epoca ne parla.
La statua lignea di Sant’Eusebio, oggi conservata sopra l’altare in una nicchia chiusa da vetrata, viene menzionata per la prima volta in una relazione del 1683 ad opera del parroco Borzio: dal documento pare possa dedursi che la statua stessa, all’epoca, fosse posta all’esterno della chiesa, sopra la porta principale.
Successivamente, nel corso di una visita pastorale dell’arcivescovo Romilli, nel 1855, si menziona la presenza della statua di Sant’Eusebio all’interno della costruzione, protetta da vetro.
L’attuale pavimento in piastrelle di cemento e graniglia risale al XX secolo. Il restauro del tetto e degli esterni risale agli anni ottanta, mentre nel 2000 è cominciato il restauro della torre campanaria e degli interni.
Storia della Chiesa Parrocchiale, fonte: Wikipedia