Per Daniele la casa dove vive è un caos sincronizzato dove tutto sembra svolgersi a casaccio e alla fine diventa una cosa finita, quasi perfetta.
caos sincronizzato
Daniele è uno dei ragazzi che vivono nella casa di 4 Exodus a Villadosia e per lui l’idea di caos sincronizzato è diventata rassicurante.
La casa di Villadosia appartiene alla galassia Exodus creata da Don Antonio Mazzi ed è un frutto prelibato della cooperativa 4 Exodus guidata da Roberto Sartori.
La comunità opera da molti anni in Cascina Castellazzo a Villadosia di Casale Litta, con alterne fortune.
La cascina era stata acquistata molti anni fa dalla Fondazione Exodus, ma il suo volto è cambiato radicalmente nel 2018 quando è subentrata la cooperativa 4 Exodus.
Nel cortile di cascina Castellazzo sono entrati Marco, Giada, una piccola squadra di operatori e i ragazzi provenienti dal carcere o dalla strada.
E fu il caos sincronizzato.
In pochi mesi il brutto anatroccolo è diventato un cigno.
Il sughero
Sotto lo sguardo compiaciuto del sughero che si erge maestoso al centro del cortile accade il miracolo.
Ospiti e operatori si sono reinventati muratori, imbianchini, idraulici, falegnami e hanno creato la casa.
Il cortile per mesi è stato un formicaio disordinato, creativo geniale…sincronizzato!
Poi la festa
Il 10 giugno del 2018 una grande tensostruttura montata nel piccolo campo da calcio della comunità ha accolto la cerimonia dell’inaugurazione.
Come nelle grandi occasioni c’erano tutti.
C’era un Don Antonio, eterno ragazzino di quasi novant’anni, raggiante e orgoglioso dei suoi ragazzi.
Al suo fianco Roberto Sartori che ancora non si capacitava del miracolo avvenuto in pochi mesi sotto i suoi occhi.
Il sindaco Graziano Maffioli, il comandante dei carabinieri, Emanuele Monti presidente della commissione sanità di Regione Lombardia erano in prima fila.
Sotto il tendone c’erano insieme il mondo Exodus e il territorio circostante.
Da lì è cominciata la riconquista del territorio.
Utenti e operatori hanno cominciato ad aprirsi al paese e ai vicini, poco alla volta, iniziando con i pranzi domenicali aperti al vicinato.
La comunità ha cominciato a dialogare con i vicini familiarizzando.
la pandemia
Poi è arrivato il covid, la chiusura e l’isolamento e la paura del virus.
Gli operatori hanno deciso di chiudersi in isolamento con gli utenti per affrontare insieme questa nuova e imprevista difficoltà.
“La possibilità di stare insieme ci ha permesso di apprezzare la ricchezza dell’essere gruppo. Fuori le persone erano costrette a vivere in solitudine il distanziamento. Noi, ospiti e operatori abbiamo invece potuto sperimentare una convivenza nel segno di una normalità che altri non potevano vivere” ha detto Giada Marinò.
Ma dalle grandi crisi nascondono le migliori opportunità e così è stato e nelle lunghe giornate di isolamento sono nate nuove idee e nuove iniziative.
“La pandemia ci ha obbligato a stare chiusi, a distanza, e quindi abbiamo lavorato per avvicinarci a chi ci circonda, pensando che anche una comunità terapeutica può lavorare a favore del territorio e della cittadinanza, mostrando cura verso le relazioni, ai luoghi e alle persone” ha detto Marco Pagliuca.
le prime iniziative
In occasione della prima Pasqua di pandemia è nata la prima iniziativa con la consegna al vicinato di un piccolo dono.
In seguito l’iniziativa pasquale si è evoluta ed è diventata il settimanale giro dei vicini.
Poi sono venuti i piccoli servizi al vicinato che hanno ulteriormente avvicinato la comunità al territorio.
E’ nata quindi l’attività dedicata ai servizi di sgomberi, traslochi, imbiancature, tinteggiature, giardinaggio e piccole manutenzioni.
Però per produrre biscotti e focacce migliori bisognava organizzarsi meglio e così all’interno della comunità è nato anche il Laboratorio Artigianale di produzione Pizza & Focacce.
il forno a legna
“Quando don Mazzi ha acquisito questo posto – ricorda il responsabile di 4 Exodus Roberto Sartori – ha voluto un forno a legna per la pizza: una profezia”
I ragazzi hanno riattivato il forno a legna e hanno cominciato a sperimentare la produzione di pizze e focacce in modo più strutturato.
E’ nato il momento pizza che coinvolge praticamente l’intera comunità in maniera frenetica e apparentemente caotica, ma come dice Daniele si tratta di un “caos sincronizzato”.
Alla fine tutto l’apparente disordine permette la realizzazione di qualcosa quasi perfetto.
Qualcuno impasta, altri preparano le farciture o le scatole per le consegna.
c’è chi prepara il forno, chi inforna e chi poi provvede alle consegne a domicilio.
E siccome sperimentando si impara, la produzione del forno è diventata una vera e propria attività commerciale, con vendita e consegne a domicilio di pizze e focacce.
l’antica arte del boscaiolo
A quel punto però serviva la legna per alimentare il forno e i ragazzi si sono avvicinati all’antica arte del boscaiolo.
Intanto il tempo passava, la pandemia faceva il suo corso e il forno di Villadosia sfornava continuamente nuovi progetti, alcuni sono rimasti tali altri hanno preso vita.
Verso la fine del 2021 è nata la bottega di riuso e falegnameria che subito ha cominciato a sfornare piccoli oggetti da presentare alla fiera dell’artigianato di Rho.
La partecipazione alla fiera con uno stand è stata un successo che ha dato la carica ai ragazzi.
sono stati giorni frenetici
Il periodo della pandemia si è trasformato in un percorso di crescita con la creazione di forti legami tra la comunità e il suo territorio.
Nascono così le collaborazioni con il comune di Casale Litta per piccoli lavori nella frazione di Villadosia.
Alcuni ragazzi cominciano a pulire le strade della frazione e la piazzetta, a tagliare l’erba nella scuola elementare e a manutenzionare il cimitero.
Ma il forno della comunità non smette mai di sfornare idee e progetti.
Ci sono le collaborazioni con l’asilo con alcuni ragazzi che partecipano ad alcune attività con i bambini.
C’è stata a fine estate la “Festa in Cascina” durata tre giorni con buon cibo, musica e la possibilità di visitare la cascina.
E’ stato un momento magico di incontro tra la comunità e il suo territorio e probabilmente è destinata a diventare un appuntamento fisso per il futuro.
Poi ci sono le collaborazioni con il mondo delle imprese per l’inserimento lavorativo degli ospiti (Marchini Piante, la scuderia “il Poggio”, la Radice Arredamenti S.n.c. e tante altre).
la comunità per minori
Ma i sogni non finiscono mai e il più grande è quello di aprire una comunità per minori e un ristorante nella vicina frazione di Cimbro.