🚨 Sgominata la Truffa del Finto Carabiniere a Vergiate. Anziana 85enne Salvata e Refurtiva Recuperata
La Polizia di Stato di Varese ha messo fine a una cinica Truffa del Finto Carabiniere. Due uomini, un 18enne e un 46enne, sono stati arrestati. Erano specializzati nel colpire persone anziane.
La truffa era stata compiuta poco prima ai danni di una signora di 85 anni a Vergiate.
L’Intervento Decisivo della Polizia di Stato
Nel pomeriggio di giovedì 11 dicembre, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura hanno agito rapidamente. Stavano svolgendo specifici servizi di pattugliamento, mirati proprio alla repressione dei reati predatori.
A Daverio, gli agenti hanno notato un veicolo sospetto. Le manovre erano anomale: parcheggi improvvisi e ripartenze veloci, tipiche di chi attende istruzioni. Questo ha subito attirato l’attenzione degli operatori.
È iniziato un pedinamento discreto. L’inseguimento si è concluso a Vergiate con il blocco del veicolo e l’identificazione degli occupanti.
Il Ritrovamento della Refurtiva e Gli Arresti
Durante il controllo, la situazione si è chiarita. Uno dei due uomini aveva nascosto un coltello nei pantaloni.
Nell’auto e nella tasca del giubbotto dell’altro uomo, gli agenti hanno trovato la refurtiva. Si trattava di numerosi monili in oro: collane, anelli, ciondoli e medaglie. C’erano anche 240 euro in contanti.
I due non sono stati in grado di fornire alcuna giustificazione plausibile per il possesso di questi beni. Sono stati immediatamente tratti in arresto.
La Tecnica del “Finto Arresto”
Le indagini successive hanno permesso di ricostruire la dinamica della Truffa del Finto Carabiniere.
Pochi momenti prima, la signora anziana di Vergiate era stata contattata telefonicamente. Un uomo si era presentato come un appartenente all’Arma dei Carabinieri.
Con tono allarmante, aveva comunicato che il figlio della donna era stato arrestato. La motivazione: la targa della sua auto era stata clonata. Questa auto clonata sarebbe stata usata da dei malviventi per una rapina in una gioielleria.
L’interlocutore ha fornito istruzioni molto precise alla vittima. Per “liberare il figlio”, era necessario fare una “verifica” su tutti i gioielli e il denaro contante presenti in casa. Questo, a suo dire, serviva a escludere che fossero il provento della rapina.
La Consegna dei Preziosi
Subito dopo la telefonata, un complice di mezza età si è recato presso l’abitazione dell’anziana.
Ha ritirato i preziosi e il denaro. Il pretesto era portarli alla caserma per una “perizia da parte del gioielliere”. Ha promesso solennemente la successiva restituzione, una volta concluse le verifiche.
La donna, in stato di shock, ha obbedito.
L’Immediato Riconoscimento e la Restituzione
La vittima, una volta raggiunta e assistita dal figlio, si è resa conto di essere stata truffata. Ha formalizzato immediatamente la denuncia.
Ha riconosciuto senza esitazioni tutti i beni che le erano stati sottratti, trovati in possesso degli uomini fermati.
Grazie alla rapidità degli accertamenti della Polizia, tutti i beni sono stati restituiti alla proprietaria presso gli Uffici della Squadra Mobile. La signora ha espresso la sua infinita gratitudine agli agenti. I beni recuperati non erano solo oggetti di valore, ma “ricordi di una vita e oggetti particolarmente cari”.
Le Misure Cautelari Disposte dall’A.G.
Concluse tutte le incombenze investigative, i due truffatori sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza della Questura di Varese. L’Autorità Giudiziaria procedente è stata subito informata.
L’udienza di convalida dell’arresto si è tenuta in giornata. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha disposto diverse misure cautelari.
Per uno dei due è stata applicata la misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, con l’obbligo del braccialetto elettronico.
Per l’altro, il GIP ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel suo Comune di residenza.
Foglio di Via Obbligatorio
Oltre alle misure cautelari, il Questore di Varese, Carlo Mazza, ha notificato ai due truffatori il foglio di via obbligatorio.
Ai due uomini è stato imposto il divieto di ritorno per quattro anni nei comuni di Daverio, Casale Litta e Vergiate, luoghi dove erano soliti operare o dove si è consumato il reato.
L’azione rapida della Polizia di Stato ha così assicurato alla giustizia gli autori della Truffa del Finto Carabiniere e riportato serenità alla vittima.







