Diffamazione. Controversia al Senato: Proposta di Inasprimento delle Pene per Diffamazione a Mezzo Stampa, Forza Italia e Lega non condividono quanto proposto da FDI
Introduzione, Diffamazione a Mezzo Stampa, la politica non si metta pure contro i giornali, oltre che contro la Magistratura.
Una serie di emendamenti proposti da Gianni Berrino di Fratelli d’Italia ha scatenato una controversia al Senato durante il previsto Question Time.
Gli emendamenti, che prevedono un inasprimento delle pene per il reato di diffamazione a mezzo stampa, hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla libertà di stampa e alla possibilità di punire i giornalisti con la detenzione fino a 4 anni e mezzo e multe fino a 120mila euro.
La proposta ha provocato reazioni immediate dalla Federazione della Stampa e dai partiti di opposizione, che la definiscono un potenziale “bavaglio alla stampa”.
La Proposta di Legge:
Secondo Berrino, relatore del ddl sulla diffamazione, gli emendamenti mirano a ridurre l’uso della detenzione come pena per la diffamazione, pur mantenendo la possibilità di imporre sanzioni detentive in alcuni casi specifici.
Tuttavia, la proposta ha sollevato critiche riguardo alla sua compatibilità con la libertà di stampa e alle norme europee e costituzionali in materia.
Reazioni dei Partiti:
Lega e Forza Italia hanno espresso preoccupazione per la proposta, sottolineando l’importanza della rettifica e del ripristino del buon nome del diffamato, ma senza ricorrere alla detenzione per i giornalisti.
la leghista Giulia Bongiorno. “Vedremo il da farsi -dice all’Adnkronos- come Lega riteniamo importante focalizzare l’attenzione su titolo e rettifica dell’articolo, per il resto nei prossimi giorni ci saranno delle riunioni di maggioranza”, aggiunge, evitando di citare la parola carcere.
Da Forza Italia si smarca uno stupito senatore Pierantonio Zanettin:
“A noi non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato, mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, avverte l’azzurro.
Il Partito Democratico ha condannato fermamente l’idea di punire i giornalisti con la detenzione, definendola un “retaggio barbaro”.
Dal M5S sono arrivate critiche simili, con l’avvertimento dei rischi per la democrazia del paese.
La Situazione Attuale:
Nonostante le rassicurazioni di Berrino sul fatto che non sia prevista alcuna nuova pena detentiva per i giornalisti, la proposta ha scatenato un acceso dibattito sulla libertà di stampa e sulla necessità di equilibrare la protezione dell’onorabilità dei cittadini con la libertà di informazione.
In conclusione, la controversia al Senato riflette un dibattito più ampio sulla delicatezza della questione della diffamazione a mezzo stampa e sull’equilibrio tra libertà di stampa e diritti individuali.
Chiedere la rettifica è un conto, altro, aberrante, carcere o cifre esagerate risarcimento che solo i grandi editori, spesso foraggiati dalla politica, possono permettersi:
Sarebbe la fine dei piccoli giornali, quelli locali in particolare.
Le intimidazioni non vanno bene.