Diritto alla genitorialità a Busto Arsizio

Soffro di attacchi di panico, ansia e disturbi psichiatrici da stress, bevtrsuma per l'arresto, problemi di tachicardia alla vescica e non mi viene concessa la possibilità di essere accompagnato nelle strutture sanitarie

Diritto alla genitorialità a Busto Arsizio

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“Ci negano il diritto alla salute e alla genitorialità”. Questo è quanto scrive G.S e S.M che riprende la denuncia di due detenuti, marito e moglie originari del Cosentino 

“G.S. e S.M. – siamo una coppia e siamo stati condannati a 2 anni e 6 mesi entrambi nel processo di primo grado che si è svolto a Busto Arsizio contro alcuni dei coinvolti nell’operazione contro la ‘ndrangheta lonatese denominata Krimisa. Ora siamo agli arresti domiciliari insieme, hanno scontato già oltre metà pena”.

I coniugi,da soli, denunciano che il Tribunale di Busto Arsizio non accoglierebbe le loro istanze.

“In particolare – G.S. sostiene di non poter accedere alle cure di cui avrebbe bisogno”.

le dichiarazioni di G.S.: “HO PRESENTATO LE ISTANZE PER 5 VISITE MEDICHE URGENTI IL TRIBUNALE ME LE HA FATTE PERDERE TUTTE E 5, perchè qualcuno aveva perso la mia documentazione.

Soffro di attacchi di panico, ansia e disturbi psichiatrici da stress,bevtrsuma per l'arresto, problemi di tachicardia alla vescica e non mi viene concessa la possibilità di essere accompagnato nelle strutture sanitarie,poiché non ho l'auto e sono un detenuto,che non può usare mezzi pubblici e stare a contatto con persone comuni. La mia compagna S.M. era incinta e non le hannola possibilità di andare dal ginecologo per due ore per seguire la gravidanza,solo quando ha deciso di abortire le è stata concessa la possibilità di farlo,hanno risposto all'istanza per recarsi in ospedale in un giorno, Per questo ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica in data 12 gennaio”.

“– lamento anche la negazione del diritto alla genitorialità:«Ho chiesto di poter vedere i miei figli al di fuori dell’abitazione ma la risposta è stata negativa. Ho presentato una seconda denuncia querela alla Procura della Repubblica perché in base ad un’interpretazione estensiva di una norma del codice di procedura penale da parte della Corte di Cassazione esiste la possibilità di allontanarsi dalle mura domestiche per vedere un figlio minore. – Piccole e grandi privazioni, insomma, come quella di non poter andare a fare la spesa – Non abbiamo nessuno che può aiutarci non possiamo fare la spesa o soddisfare i bisogni primari dati dai diritti dell'uomo – aggiungo il quale sottolino anche di essere innocente fino al terzo grado di giudizio e di non meritare un trattamento del genere”.