In Iran ci sono 11 condannati a morte e 400 sono in carcere fino a 10 anni tra le persone coinvolte nelle proteste.
In Iran ci sono 11 condannati a morte
Dal 16 settembre con lo scoppio delle proteste migliaia di persone sono state arrestate e in Iran oggi ci sono 11 condannati a morte.
Le autorità sciite durante la repressione delle proteste avrebbero arrestato 18.000 persone e ne avrebbero uccise 448.
E’ la magistratura iraniana che ha dichiarato di aver emesso condanne a morte per 11 persone coinvolte nelle proteste.
Ad oggi le autorità iraniane hanno eseguito due condanne a morte.
Lo scorso 8 dicembre hanno impiccato Mohsen Shekari e questo lunedì è toccato a Majid Reza Rahnavard (entrambi avevano 23 anni).
La magistratura, osservando la sharia islamica iraniana, aveva accusato entrambi di moharebeh (offesa contro l’Islam).
Inoltre i tribunali iraniani avrebbero condannato oltre quattrocento persone a pene detentive fino a dieci anni di carcere per il loro coinvolgimento nelle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini.
Crepe nel blocco di potere
Nel paese intanto continuano a diffondersi le voci fuori dal coro e ad aprirsi crepe nel blocco di potere e tre ayatollah hanno criticato le esecuzioni.
Il regime sciita di Teheran continua a governare con il pugno di ferro contro le proteste popolari.
Per contro le proteste del popolo iraniano si allargano a macchia d’olio, coinvolgendo tutto il Paese minacciando la stabilità del regime degli ayatollah.
La protesta è cominciata nel nome di Mahsa Amini grazie al coraggio delle donne iraniane, poi è diventata trasversale coinvolgendo studenti, lavoratori e anziani.
I manifestanti per strada hanno un’età media molto bassa (quindici anni) e chiedono riforme strutturali sia sociali che economiche.