10 Agosto – Oggi ricordiamo Gianfranco Miglio, padre della scienza politica moderna, mente lucida e visionaria.
Miglio. Studioso, federalista convinto, ha dedicato la vita a pensare un Paese diverso, più giusto e vicino ai cittadini.
Il suo pensiero resta ancora oggi una bussola per chi crede nell’autonomia e nella libertà dei territori.
**MIGLIO, ATTILIO FONTANA: PROFESSORE ANTESIGNANO AUTONOMIA RIVENDICATA DA LOMBARDIA **
**VIA IL SUO NOME DA SCUOLA ADRO? OTTUSITÀ CHE RINNEGA LA STORIA **
“Superare il centralismo con un federalismo moderno, capace di dare più forza agli enti locali”.
Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che in occasione del ventiquattresimo anniversario della scomparsa di Gianfranco Miglio, evidenzia come “sia giusto ricordare il Professore, antesignano di quella autonomia che la Lombardia rivendica con grande determinazione”.
“Non mi stupisce che ad Adro, in provincia di Brescia – chiosa il governatore – la Giunta di sinistra abbia cancellato il nome di Miglio da una scuola. Becera ottusità che rinnega la storia e paura di portare a vanti idee innovative nel segno del federalismo”.
Miglio, le sue idee:
sue idee principali:
Federalismo radicale
Miglio immaginava un’Italia divisa in tre macroregioni autonome (Nord, Centro e Sud) più un’area speciale per le isole, con ampi poteri legislativi, fiscali e amministrativi. Lo Stato centrale avrebbe mantenuto solo difesa, esteri e poche funzioni comuni.
Costituzione federale
Propose di riscrivere la Costituzione in senso federale, con un vero “Senato delle Regioni” e un sistema simile a quello svizzero o statunitense.
Contratti tra territori
Per lui, l’unità nazionale non doveva essere un dogma indissolubile, ma un “contratto” rinnovabile: se una regione riteneva che l’accordo non fosse più vantaggioso, poteva anche recedere (concetto vicino alla secessione consensuale).
Autonomia fiscale
Ogni macroregione avrebbe trattenuto la maggior parte delle tasse raccolte sul proprio territorio, versando solo una quota concordata al governo federale.
Realismo politico
Non credeva nella “politica dei buoni sentimenti”, ma in un sistema di regole chiare, basato su interessi concreti e sul bilanciamento dei poteri tra territori.
Critica allo Stato unitario
Considerava l’Italia un Paese nato “male” dal Risorgimento, troppo centralista e poco rispettoso delle diversità locali, cosa che aveva generato inefficienza e clientelismo.
Distacco dalla Lega
Pur avendo ispirato la Lega Nord nei primi anni, Miglio se ne distaccò nel 1994, ritenendo che il partito fosse troppo legato alla politica di compromesso e avesse abbandonato il progetto federale autentico.







