Malpensa: attivisti anarchici bloccano l’imbarco per Istanbul, 25 fogli di via
Ancora alta tensione all’aeroporto di Malpensa.
Lo scorso 9 gennaio, un gruppo di attivisti dell’area anarchica torinese ha fatto irruzione nel Terminal 1, bloccando le operazioni di imbarco di un volo Turkish Airlines diretto a Istanbul.
La protesta, non preavvisata, aveva come obiettivo la difesa della popolazione curda e l’autonomia del Kurdistan.
La dinamica della protesta
I manifestanti, provenienti da Torino e legati alla rete “Defend Kurdistan Torino”, a gruppi studenteschi come il C.U.A. (Collettivo Universitario Autonomo) e al movimento “Cambiare Rotta”, hanno interrotto il check-in, impedendo ai passeggeri di imbarcarsi. Durante l’azione, sono stati scanditi slogan contro le forze dell’ordine, con momenti di tensione e spintoni con gli agenti intervenuti per identificarli e contenere la protesta.
Le conseguenze legali
L’irruzione ha causato disagi e ritardi per i viaggiatori. Tutti gli attivisti sono stati denunciati dalla Polizia di Frontiera di Malpensa e dalla DIGOS di Varese per interruzione di pubblico servizio, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. Inoltre, è stata contestata loro la violazione amministrativa relativa al divieto di stazionamento nelle aree aeroportuali, con conseguente ordine di allontanamento di 48 ore (“daspo urbano”).
Foglio di via obbligatorio per 25 attivisti
Il Questore di Varese, Carlo Mazza, ha emesso 25 provvedimenti di foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nei comuni di Ferno e Somma Lombardo per due anni. Questa misura, prevista per soggetti considerati pericolosi per la sicurezza pubblica, è stata adottata in seguito all’attività istruttoria della Divisione Anticrimine. I provvedimenti riguardano individui con precedenti di polizia per disordini durante manifestazioni.
Malpensa, zona ad alta tensione
L’aeroporto di Malpensa si conferma un luogo sensibile, spesso teatro di proteste e manifestazioni. L’episodio del 9 gennaio riaccende i riflettori sulla necessità di garantire la sicurezza e la regolarità delle operazioni aeroportuali, bilanciando al contempo il diritto di manifestare.
Le motivazioni della protesta
Gli attivisti, attraverso la loro azione, hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione critica in cui versa la popolazione curda, chiedendo maggiore autonomia per il Kurdistan. Le loro rivendicazioni si concentrano sulla necessità di tutelare i diritti umani e di porre fine alle violenze nella regione.
Il ruolo delle forze dell’ordine
Le forze dell’ordine, intervenute per gestire la situazione, hanno agito con fermezza per garantire la sicurezza dei presenti e ripristinare l’ordine. Tuttavia, l’episodio solleva interrogativi sull’equilibrio tra il diritto di manifestare e la necessità di tutelare le infrastrutture e i servizi pubblici.
Il dibattito sulla libertà di manifestazione
L’irruzione a Malpensa ripropone il dibattito sui limiti della libertà di manifestazione. Se da un lato si riconosce il diritto di esprimere il proprio dissenso, dall’altro si sottolinea la necessità di evitare azioni che possano compromettere la sicurezza e l’ordine pubblico.
La posizione delle autorità
Le autorità, attraverso il Questore di Varese, hanno espresso ferma condanna per l’accaduto, sottolineando l’impegno nel contrastare ogni forma di violenza e illegalità. Allo stesso tempo, è stato ribadito l’invito al dialogo e al confronto pacifico.
Conclusioni
L’episodio di Malpensa rappresenta un ulteriore esempio delle tensioni che attraversano la nostra società. La protesta, pur motivata da ideali condivisibili, ha causato disagi e interruzioni di pubblico servizio. La risposta delle autorità, con l’emissione dei fogli di via, testimonia la volontà di mantenere l’ordine e la sicurezza.
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