Lombardia, un tesoro confiscato: 2.000 beni destinati e 1.300 in gestione
Milano, 31 ottobre 2024 – La Lombardia, regione all’avanguardia nella lotta alla criminalità organizzata, si trova a dover gestire un patrimonio immobiliare di considerevoli dimensioni, sottratto alle mafie. Un tesoro nascosto che, se valorizzato, può rappresentare un’opportunità di rigenerazione urbana e sociale per molti comuni.
Un patrimonio da recuperare
Come emerso durante l’audizione in Commissione Antimafia, presieduta da Paola Pollini, la Lombardia detiene il primato nel Nord Italia per numero di immobili confiscati. Si tratta di circa 2.000 beni destinati a nuovi usi e 1.300 ancora in attesa di una destinazione definitiva. Un patrimonio che pone sfide importanti, ma anche grandi opportunità per i territori.
Le difficoltà dei comuni
I comuni, soprattutto quelli di piccole dimensioni, si trovano a dover affrontare diverse difficoltà nella gestione di questi beni. La mancanza di fondi adeguati per le ristrutturazioni, la bonifica dei terreni e la sanatoria degli abusi edilizi rappresenta uno dei principali ostacoli. Inoltre, la complessità delle procedure amministrative e la carenza di personale specializzato rallentano i processi di recupero e valorizzazione.
Un impegno trasversale
La Regione Lombardia, insieme ai comuni e all’Agenzia Nazionale per i beni confiscati, si sta impegnando per superare queste difficoltà e garantire una nuova vita ai beni confiscati. La Presidente Pollini ha sottolineato l’importanza di un lavoro coordinato e trasversale, coinvolgendo tutte le istituzioni e gli attori sociali.
Un nuovo sportello di assistenza
Per supportare i comuni e gli enti no profit nella valorizzazione dei beni confiscati, la Regione Lombardia ha deciso di istituire un nuovo sportello di assistenza. Questo servizio offrirà supporto tecnico e informativo a tutti coloro che desiderano presentare progetti di recupero e riutilizzo degli immobili confiscati.
Le sfide del futuro
Nonostante i progressi fatti, restano ancora molte sfide da affrontare. La necessità di aumentare i finanziamenti destinati alla bonifica e alla ristrutturazione dei beni confiscati, la semplificazione delle procedure amministrative e la formazione del personale sono solo alcune delle priorità da perseguire.
Conclusioni
La valorizzazione dei beni confiscati rappresenta un’opportunità unica per rigenerare i territori, creare nuove opportunità di lavoro e promuovere la legalità. È un percorso complesso e impegnativo, ma i risultati raggiunti fino ad ora dimostrano che con un impegno costante e coordinato è possibile trasformare un problema in una risorsa.
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