Lecco. Arresto Baby Gang: sgominata banda di trafficanti a Lecco
Un’operazione lampo dei Carabinieri ha portato all’arresto di Baby Gang, noto trapper milanese, e allo smantellamento di una rete criminale attiva tra Lecco e Milano. L’indagine ha svelato un giro di droga, armi da guerra e legami familiari inquietanti.
Il blitz all’alba a Lecco
L’11 settembre 2025, i Carabinieri di Lecco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Quattro persone sono state arrestate. Tutti membri della famiglia Hetem, con passaporto macedone e residenti in Valsassina.
Un clan familiare ben organizzato
Il gruppo era composto da padre, figli, cognati e altri parenti. Gestivano traffico di cocaina e armi. Il giro d’affari superava i 12mila euro al mese. Le indagini hanno documentato una rete solida e ben strutturata.
Il ruolo del trapper Baby Gang a Lecco
Tra gli arrestati figura Mouhib Zaccaria, in arte Baby Gang. Il rapper è stato trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa. È stato arrestato in flagranza per detenzione di arma clandestina e ricettazione.
La perquisizione a Milano e Lecco
Baby Gang è stato fermato in un albergo milanese. I Carabinieri, supportati dall’Arma locale, hanno perquisito anche la sua abitazione a Calolziocorte. Lì sono state trovate altre due pistole clandestine nascoste in un vano.
Un’indagine partita da lontano
L’inchiesta è iniziata nel gennaio 2024. Tutto è partito dall’arresto di uno degli indagati, trovato con cocaina e un fucile mitragliatore d’assalto AK47. L’arma era perfettamente funzionante e di fabbricazione ex cecoslovacca.
Armi nei video musicali
Il fucile AK47 è stato usato durante le riprese di alcuni video musicali. Baby Gang e Simba La Rue, altro trapper coinvolto e attualmente detenuto, lo hanno mostrato in scene girate tra Lecco e Milano.
Un arsenale inquietante
Oltre alle pistole clandestine, l’indagine ha portato alla luce:
– Fucili d’assalto
– Munizioni di vario calibro
– Armi rubate
– Giubbotti antiproiettile
Le armi erano nascoste in abitazioni e luoghi isolati.
Spaccio e controllo del territorio
La banda gestiva lo spaccio di cocaina. Usava la violenza per intimidire e mantenere il controllo. Alcuni membri sono stati coinvolti in episodi delittuosi, tra cui la sparatoria di Corso Como a Milano nel luglio 2022.
Divieti di dimora per altri membri
Due persone, Hetem Mevljane e suo marito Hetem Fiton, sono state sottoposte al divieto di dimora nella provincia di Lecco. Erano coinvolti nello spaccio, ma non arrestati.
Un’indagine meticolosa
I Carabinieri hanno ricostruito i legami tra i membri della famiglia. Hanno seguito movimenti, intercettato comunicazioni e analizzato video musicali. Ogni dettaglio ha contribuito a smascherare la rete.
La musica come copertura
I video musicali servivano anche come copertura. Le armi venivano esibite come “scenografia”, ma erano vere. Alcune risultavano rubate e usate in crimini reali.
Simba La Rue nel mirino
Anche Simba La Rue, nome d’arte di Saida Mohamed Lamine, è indagato. È attualmente detenuto per altri reati. Il suo coinvolgimento rafforza il legame tra musica trap e criminalità.
Un messaggio forte alla comunità
L’arresto di Baby Gang e della sua rete manda un segnale chiaro. La criminalità non può nascondersi dietro l’arte. La musica non giustifica la violenza. Le forze dell’ordine sono pronte a intervenire.
Presunzione di innocenza
Tutti gli indagati sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. Le misure cautelari sono basate su indagini preliminari. Saranno valutate nei successivi gradi di giudizio.
La risposta dello Stato
L’operazione dimostra la capacità dello Stato di agire con decisione. I Carabinieri di Lecco hanno operato con precisione e determinazione. La Procura ha coordinato l’inchiesta con rigore.
Educazione e prevenzione
La repressione è fondamentale, ma serve anche prevenzione. I giovani devono essere educati alla legalità. La musica può essere uno strumento positivo, non un mezzo per glorificare la violenza.
Conclusione
L’arresto di Baby Gang è solo l’inizio. Le indagini continuano. La lotta alla criminalità passa anche dalla cultura. È tempo di scegliere da che parte stare.







